Trentadue lettere dello psichiatra Clodomiro Bonfigli (1838-1919) a Biffi:
1) Reggio Emilia, 12.09.1872: Clodomiro Bonfigli ringrazia Biffi per il dono di una copia del suo studio “Sui provvedimenti che occorrerebbero in Italia pei delinquenti divenuti pazzi”. Riferisce di averlo letto con molto interesse e di avere l'intenzione di scriverne una recensione da pubblicare forse sullo “Sperimentale” di Firenze. Apprezza gli appunti mossi da Biffi ai procuratori e ai giurati e ritiene che si debba fare anche di più, una volta chiuso il caso Agnoletti, perché pensa che sia offensivo che persone non competenti da un punto di vista scientifico possano fare rilievi all'operato degli esperti. Racconta di essere molto impegnato a causa dell'elevato numero dei ricoverati, tanto da avere pochissimo tempo da dedicare ad altri lavori, compresi quelli di traduzione. A questo riguardo informa Biffi che sta traducendo l'articolo di Hasse sull'epilessia, al quale ha intenzione di aggiungere parecchie note, approfittando delle numerose pubblicazioni apparse recentemente sulla malattia. Ultimate le traduzioni, quando avrà un po' di tempo libero, si dedicherà a qualche scritto di psichiatria, per il quale ha già raccolto diverso materiale, che non ha però ancora potuto utilizzare. Fra gli studi che ha iniziato, uno riguarda molte osservazioni sullo spostamento del colon negli alienati ed un altro generalità sulla cura della pazzia, argomento a proposito del quale intende “metter fuori qualche idea rivoluzionaria”. Attende i risultati del concorso di Ferrara, da dove gli giungono delle notizie incoraggianti, malgrado [Onofrio] Mari, aiutato da Bettini, cerchi di screditarlo presso l'opinione pubblica. Ha peraltro saputo da Fabrini che il lavoro di Mari sul pensiero ha molto pregiudicato la sua immagine pubblica. Confida che, anche se vincerà a Ferrara, probabilmente verrà poi chiamato a dirigere il manicomio di Palermo, dove si intende affidargli anche la clinica psichiatrica. A Palermo si trova infatti suo cognato Federici, che gode la stima del generale Medici, da cui dipende la nomina del direttore. Si rammarica solo di aver ricevuto in ritardo la lettera del professor Fasce che lo invitava a partecipare al concorso, andato poi deserto per mancanza di candidati idonei. Si scusa per la lunghezza della lettera e invia saluti.
2) Reggio Emilia, 06.11.1872: Clodomiro Bonfigli, avendo saputo da Ignazio Zani della dilazione nel voto per la nomina del nuovo direttore dell'istituto di Ferrara, comunica a Biffi l'intenzione di scrivere un saggio sulla “parte tecnica dei manicomi”, che vorrebbe pubblicare sull'“Archivio italiano per le malattie nervose” e aggiungere ai suoi titoli di concorso. Riferisce che da Ferrara gli giungono notizie positive circa la sua riuscita, nonostante l'opposizione di [Onofrio] Mari, di Bettini “e dei preti che li sostengono”.
3) Reggio Emila, 09.11.1892: Clodomiro Bonfigli riferisce a Biffi di aver scritto al prefetto di Ferrara per chiedergli che il suo nuovo saggio venga incluso nei titoli per il concorso a direttore del manicomio. Gli comunica l'invio del manoscritto, cui seguirà quello della piantina, che deve ancora completare. Chiede a Biffi di proporgli le sue osservazioni al testo, tenendo conto che ha voluto usare particolare riguardo nei confronti di [Ignazio] Zani. Precisa di non aver inviato copia dei suoi scritti pubblicati sullo “Sperimentale”, sulla “Rivista clinica” e sull' “Ippocratico”, così come delle traduzioni dei lavori di [Paul] Guttman, di [Karl Ewald] Hasse e degli articoli per l' “Enciclopedia” perché facilmente rintracciabili dai commissari. In merito alla traduzione degli studi di Hasse, gli domanda inoltre di far notare ai commissari le sue osservazioni sull'epilessia, sul tremore e sulla paralisi agitante, con le quali ha voluto integrare secondo le più moderne ricerche le posizioni dell'autore. Prega infine Biffi di volerlo tenere in considerazione per altre occupazioni, nel caso non riuscisse a ottenere l'incarico di Ferrara.
4) Reggio Emilia, 29.01.1873: Clodomiro Bonfigli informa Biffi di aver chiesto al presidente della Deputazione provinciale di Ferrara la restituzione del manoscritto che gli aveva inviato. Domanda a Biffi di curare l'incisione della piantina, senza la quale il testo potrebbe risultare poco chiaro. Si compiace per la distinzione riconosciutagli dalla commissione del concorso, consapevole del peso degli anni di servizio di Mari sul risultato finale. Riferisce quindi a Biffi l'intenzione di partecipare al concorso per il posto di direttore del manicomio provinciale di Cuneo a Racconigi, rimasto vacante per la decisione di [Carlo] Lombardi di tornare a Torino e lo informa del suo prossimo viaggio a Milano, in occasione del quale vorrebbe visitare l'istituto di Mombello ed incontrare il collega.
5) Reggio Emilia, 09.03.1873: Clodomiro Bonfigli, informa Biffi, di non aver ottenuto nemmeno il posto di direttore del manicomio provinciale di Cuneo, assegnato ad Enrico Toselli. Spera ora nel concorso di Napoli, per il quale chiede l'appoggio di Biffi, lasciando come ultima istanza quella di Bari. Gli riferisce di aver corretto le bozze di stampa, chiedendogli di fargli avere anche le prove della litografia. Chiude informando Biffi sul miglioramento di [Ignazio] Zani, al quale ha comunicato di non aver parlato con Biffi del manicomio di Parma.
6) [Reggio Emilia], 16.03.1873: Clodomiro Bonfigli racconta a Biffi l'eccidio compiuto da un ricoverato nel manicomio di [Reggio Emilia] cui era stato concesso il permesso di lavorare nella colonia agricola ed sprime le proprie perplessità circa l'opportunità di impiegare gli ospiti in attività che comportino l'impiego di strumenti atti ad essere trasformati in armi offensive. Chiede notizie circa il concorso di Napoli e riferisce che Federici gli ha segnalato la probabile prossima apertura di un concorso per il manicomio di Palermo. Chiede infine di fargli avere gli estratti a stampa del suo lavoro a mezzo ferrovia. Invia saluti estesi ai comuni conoscenti.
7) Reggio Emilia, 28.03.1873: Clodomiro Bonfigli si rallegra con Biffi per l'esito del concorso di Ferrara, assicurando al collega che avrà riguardo sia di [Onofrio] Mari che di Bettini e che cercherà di introdurre eventuali riforme in maniera graduale. Per quanto riguarda il concorso di Palermo, confessa di essere impensierito solo dall'associazione della direzione del manicomio alla clinica psichiatrica, non essendo abituato a parlare in pubblico. Riferisce della morte dell'ispettore, rimasto coinvolto nell'episodio di cui gli ha narrato nella sua ultima lettera, e del miglioramento degli altri due feriti. Chiede notizie circa la stampa del suo lavoro. Prega Biffi di riferire a Pini e a Vallardi della sua nomina a Ferrara. Si rammarica di non aver avuto occasione di conoscere [Andrea] Verga nel corso del suo ultimo viaggio a Milano. Domanda dell'andamento del processo Agnoletti. Invia saluti estesi [ad Angelo De Vincenti].
8) Reggio Emilia, 11.04.1873: Clodomiro Bonfigli, preoccupato per il procrastinarsi della sua nomina ufficiale a direttore del manicomuio di Ferrara, chiede a Biffi di continuare ad interessarsi per il suo collocamento nel manicomio privato di Napoli. Precisa che probabilmente [Onofrio] Mari verrà giubilato, sottolineando la sua solida posizione economica rispetto alla propria. Segnala che non ha ancora ricevuto le copie del suo saggio.
9) Reggio Emilia, 22.04.1873: Clodomiro Bonfigli comunica a Biffi di essere stato eletto, questa seconda volta a larghissima maggioranza, alla direzione del manicomio di Ferrara dal Consiglio provinciale, dopo che la prima deliberazione era stata annullata per il ricorso presentato da alcuni amici di [Onofrio] Mari. Si rammarica per l'atteggiamento di Mari, poiché gli avrebbe volentieri dimostrato la propria amicizia, precisando che non lo teme come nemico. Chiede a Biffi di fargli sapere eventuali novità dal manicomio privato di Napoli, perché per quell'occupazione sarebbe anche disposto a lasciare Ferrara. Segnala che [Ignazio] Zani è ancora in viaggio. Riferisce di aver fatto leggere al Presidente della Commissione, le giuste osservazioni circa le carenze nel servizio dell'istituto ferrarese, fatte pubblicare da Biffi nell' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”.
10) Ferrara, 06.07.1873: Clodomiro Bonfigli, turbato dal silenzio di Biffi dopole ultime lettere che gli ha inviato, gliene chiede ragione, temendo che qualche voce maligna abbia potuto “stornare la sua affezione”. Racconta delle “liete accoglienze” ricevute al suo arrivo a Ferrara il 1° giugno e della proficua collaborazione instaurata con gli assistenti Bettini e Banfi,così come con gli impiegati, dei quali non ha motivo di lagnarsi. Lo informa che, prima del suo arrivo, [Onofrio] Mari ha chiesto un permesso straordinario e che ora occorrerà “accordargli un'equa pensione”, questione riguardo alla quale ha già espresso il proprio parere alla Deputazione provinciale con l'intenzione di venire incontro ai suoi desideri. Riferisce del miglioramento dei rapporti con [Ignazio] Zani e del progetto di questi di fondare un nuovo giornale e un'associazione psichiatrica italiana. La sua opinione sarebbe quella di procedere alla costituzione dell'associazione, soprassedendo per il momento alla fondazione del giornale, che potrebbe essere presa in considerazione in un secondo momento. Si complimenta con Biffi e con [Andrea] Verga per le “bellissime” perizie sul caso Agnoletti, che ha letto sul IV fascicolo dell' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”, esprimendo il proprio disappunto per lo sprezzo del procuratore.
Carta intestata: Manicomio Provinciale di Ferrara /Gabinetto del Medico-Direttore
11) Ferrara, 30.09.1873: Clodomiro Bonfigli comunica a Biffi di avergli spedito a Rancate di Triuggio due numeri del “Correspondenz-Blatt”, contenenti notizie sulle “colonie dei matti”. Restituisce i fascicoli dello “Zeitschrift”, indirizzandoli allo stabilimento di Milano “acciocché possa esserne più difficile lo smarrimento”. Segnala che purtroppo, per l'anno in corso, non dispone né dello “Schmidt's Jahrbücher” né dello “Jahresbericht”. Riferisce delle voci circa l'assegnazione della cattedra di medicina legale di Modena a [Carlo] Livi, il quale tuttavia tentenna, perché vorrebbe agevolare il suo assistente [Palmerini]. Da parte sua, Bonfigli, dichiara di non volersi fare avanti, perché in caso di nomina vorrebbe trovarsi “in condizioni di dettar leggi”. Confida le difficoltà economiche che lo fanno esitare a partecipare al Congresso di Roma, dove però gli piacerebbe incontrare Roncati e [Cesare] Lombroso. Per le stesse ragioni rinvia all'anno successivo la visita a Biffi a Rancate. Segnala di avere mandato al tipografo 8 pagine di manoscritto [intorno a studi di Gellhorn, Mierjeiewsky e Ullersperger).
Carta intestata: Manicomio Provinciale di Ferrara /Gabinetto del Medico-Direttore
12) Ferrara, 10.10.1873: Clodomiro Bonfigli informa Biffi che la Commissione del manicomio di Ferrara lo ha incoraggiato a partecipare al Congresso di Roma, concedendogli anche un contributo per le spese di viaggio di 200 lire e chiedendogli in cambio la stesura di una relazione. Chiede dunque a Biffi di fare il viaggio insieme da Bologna a Roma, di indicargli la persona che lo potrà introdurre al Congresso, nel caso lui non potesse ed infine la data d'inizio dei lavori. Si dice certo che, in caso di costituzione di un'associazione tra gli psichiatri italiani, l' “Archivio [italiano per le malattie nervose]” ne diventerà l'organo ufficiale, rendendosi disponibile fin da subito ad entrare a far parte del comitato di redazione. Assicura che, in merito al posto di Reggio, si atterrà a quanto consigliato da Biffi, riferendogli che all'incarico, in caso di rinuncia di [Carlo] Livi, questi proporrà Palmerini.
Ringrazia Biffi “per la profezia”. Prevede “gli occhiacci” di Girolami e Neri, che ha maltrattato sulle riviste psichiatriche alle quali collabora, se li incontrerà a Roma.
Carta intestata: Manicomio Provinciale di Ferrara /Gabinetto del Medico-Direttore
13) Ferrara, 11.10.1873: Clodomiro Bonfigli torna a sollecitare Biffi a fare insieme parte del viaggio per Roma, nel corso del quale potrebbero visitare insieme il Bagno penale di Pesaro, comunicandogli inoltre l'intenzione di seguirlo fino a Napoli, nel caso gli bastino i denari. Lo invita invece a passare da Ancona nel viaggio di ritorno. Riferisce che scriverà a Capelli a Lucca, ad Adriani a Fermo, a Michetti e a [Cesare] Lombroso, “eccitandoli e spronandoli a venire a Roma”. Scriverà anche a Monti, che desidera fondare un manicomio criminale a Colorno. Invita Biffi a fare lo stesso con Tebaldi e Vigna. Gli chiede luogo e ora in cui trovarsi a Bologna. Spera si unisca anche [Andrea] Verga. Invia saluti da parte di Bosi.
Carta intestata: Manicomio Provinciale di Ferrara /Gabinetto del Medico-Direttore
14) Ferrara, 23.11.1873: Clodomiro Bonfigli ringrazia Biffi per la sua ultima lettera. Esprime le sue osservazioni circa la costituzione della Società freniatrica e le idee di [Carlo] Livi sulla stessa. Riferisce di aver conosciuto Girolami e Neri a Roma, i quali gli “hanno fatto buon viso” malgrado le “frustate”che aveva loro date in alcune riviste. Vista la defernza di Girolami, [Andrea] Verga lo ha addirittura paragonato a “quella cattiva lingua di Pietro Aretino, che i principi accarezzavano per timore della sua maldicenza”. Neri gli è parso “unpovero diavolo”” e si è attaccato al Sangalli senza abbandonarlo più. Riferisce di non aver parlato con [Carlo] Livi del posto di Reggio, ma di aver saputo che la Commissione ha accondisceso alle sue richieste economiche: 7000 lire per la direzione dell'istituto manicomiale e 3000 lire per la Cattedra all'Università di Modena. Pare tuttavia che egli non voglia ancora lasciare Siena. Da parte sua Bonfigli dichiara di non tenere particolarmente al posto di Reggio come successore di Zani, ma di asprarvi per amor proprio. Chiede pertanto a Biffi di rammentare ad [Andrea] Verga il sostegno che gli ha promesso sulle pagine dell' “Archivio italiano per le malattie nervose”. Non avendo sunti pronti per il giornale, chiede a Biffi di mandargli qualche giornale tedesco, in modo che ne possa preparare. Sollecita l'uscita del nuovo fascicolo, in cui dovrebbe essere riportata la nascita della Società freniatrica italiana. Racconta dei numerosi impegni che lo hanno assorbito dopo il suo rientro a Roma: il lavoro aumentato per l'assenza del vicedirettore andato in vacanza, le sollecitazioni di Vallardi per l'Hasse e la stesura di alcune voci per l'enciclopedia (“Carpetto di forza”, “Coprofagia”, “Coercizione. Mezzi”). Comunica di aver accettato l'offerta di [Gaetano] Pini a dirigere l'Enciclopedia, al posto di [Ignazio] Zani e insieme a Biffi, invitando quest'ultimo a darne notizia nell' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”. Riferisce di aver commissionato a Lombroso la voce “Cretinismo” e a Riva la voce “Cleptomania” e l'intenzione di chiedere altri articoli ad Adriani, Michetti e Cappelli, che vorrebbe far collaborare anche all' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”. Domanda a Biffi di fargli avere qualche giornale. Comunica l'invio di due copie di una sua fotografia, chiedendo di darne una a Verga. Domanda in cambio quelle di Biffi e di Verga. Comunica l'invio di tre quinterni degli atti della Deputazione provinciale di Ferrara contenenti cenni sul bilancio del manicomio e un suo rapporto, scritto un mese dopo l'entrata in sevizio, mettendoli a disposizione di Verga perché ne tratti, se crede, nella rubrica “Varietà”.
Carta intestata: Manicomio Provinciale di Ferrara /Gabinetto del Medico-Direttore
15) Ferrara, 23.11.1873: Clodomiro Bonfigli comunica a Biffi di avergli inviato i primi due numeri del bollettino [del manicomio di Ferrara], il cui scopo principale è quello di informare il pubblico non addetto ai lavori, sul movimento dei malati e il funzionamento dell'istituto, nonché vincere i pregiudizi “sui pazzi, sulla pazzia e sui manicomi”. Gli comunica altresì l'intenzione di aprire progressivamente il giornale all'esperienza di altri istituti assistenziali della provincia, continuando tuttavia a riservare la parte preponderante al manicomio di Ferrara. Con il periodico si propone inoltre di far conoscere la realtà delle Società di patronato dei pazzi guariti, la cui utilità è sostenuta anche nei giornali tedeschi che Biffi gli ha inviato, auspicando la nascita di una consimile realtà anche a Ferrara. Non condivide la scelta di Monti di pubblicare nel suo “diario” i resoconti delle autopsie, trovandoli eccessivi per i non addetti ai lavori e poveri per gli scienziati. Chiede a Biffi un parere circa l'impostazione che intende dare al bollettino. Dichiara che sta preparando un riassunto della memoria pubblicata sullo “Zeitschrift”a proposito delle psicosi della vecchiaia. Racconta delle preoccupazioni per lo stato di salute di suo figlio, che lo hanno tenuto lontano anche dal lavoro, ma che fortunatamente sta superando. Invia saluti estesi ad [Andrea] Verga.
16) Ferrara, 10.07.1877: Clodomiro Bonfigli riferisce a Biffi di essere rientrato il giorno precedente da Bologna, dove è rimasto alcuni giorni per accudire la moglie che ha dato alla luce un bambino morto poco dopo la nascita. Riflette circa l'opportunità di procedere alla fusione dell' “Archivio italiano per le malattie nervose” con la “Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale” diretta da [Augusto] Tamburini e da [Arrigo] Tamassia, questione di cui potranno discutere al Congresso di Aversa. Non è sorpreso dalla notizia della possibile nomina di [Enrico] Morselli al manicomio di Reggio Emilia stante l'influenza del deputato Fornaciari, che perpetua la scelta dei successori di [Carlo] Livi a San Lazzaro nella cerchia dei suoi allievi. Crede che ad Aversa le cose andranno bene anche da un punto di vista economico. Pensa tuttavia che [Andrea] Verga dovrebbe inviare una circolare agli azionisti siciliani invitandoli al pagamento, certo che questi risponderebbero, almeno per riguardo a Verga, che fa parte della Commissione incaricata della scelta del nuovo direttore del manicomio di Palermo. Si compiace del miglioramento di [Del] Chiappa, al quale Roncati ha diagnosticato “una paralisi progressiva incipiente”. Riferisce dello stato di salute dei suoi familiari, da parte dei quali invia saluti. Racconta dei fagiani fornitegli da Biffi e di alcune uova che ha dato a un professore di Camerino. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e ad Ascoli.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
16) Ferrara, 03.04.1878: Clodomiro Bonfigli comunica a Biffi l'invio di una nota sull'alimentazione forzata, che vorrebbe pubblicare sull' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”, nella quale ha anche accennato ad una memoria di [Andrea] Verga sull'alimentazione forzata senza sonda, precedente le esperienze di [Cesare] Lombroso. Riferisce che sta lavorando per continuare la polemica con [Arrigo] Tamassia sulla questione della “pazzia morale”. Chiede notizie di Biffi e del suo lavoro, di [Angelo] De Vincenti e di Ascoli. Chiede a Biffi di raccomandare a Parapini di accettare come pensionante il figlio di un ricco possidente di campagna, Bottoni, che è stato suo paziente a Ferrara. Approva la nuova veste dell' “Archivio”, per il quale però suggerisce alcuni miglioramenti di carattere tipografico, per facilitare la lettura e dare maggiore risalto agli articoli e ai relativi autori. Spera di potersi recare a Milano nel mese di maggio per prendere parte all'assemblea della Società freniatrica italiana.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
17) Ferrara, 20.06.1878: Clodomiro Bonfigli racconta del lento miglioramento di suo figlio Rodolfo, colpito da febbre tifoidea e dell'intenzione di mandarlo in villeggiatura nella campagna di Bologna insieme alla moglie di Federici e allle sue due bambine. Se tuttavia non lo vedrà completamente rimesso nel giro di un mese, rinuncerà al viaggio a Parigi per portarlo a fare i bagni marini. Le preoccupazioni per la salute del figlio gli hanno impedito di lavorare per l' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”, per il quale non è nemmeno riuscito a preparare la bibliografia del lavoro di Baguzzi. Promette però di recuperare il tempo perduto. Espone il caso del giovane [Vincenzo] Stignani, suo paziente condannato, al quale, grazie ad un suo rapporto, il re ha condonato 4 anni di reclusione, tramutandoli in confino. Lo raccomanda a Biffi, chiedendo che gli trovi una sistemazione e un'occupazione a Milano. Pensa che il caso potrebbe essere reso noto anche sull' “Archivio”, senza indicare però il nome del giovane. Invia saluti estesi al signor Gioacchino e ad [Angelo] De Vincenti.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
18) Ferrara, 11.07.1878: Clodomiro Bonfigli ringrazia Biffi per l'interessamento al caso del giovane [Vincenzo] Stignani e lo informa che la Prefettura di Ferrara scriverà alla Questura di Milano per raccomandare il ragazzo. Promette di scrivere un sunto del rapporto sul paziente da destinare all' “Archivio [italiano per le malattie nervose]”. Informa Biffi che, ormai alla fine del suo lavoro sulla “pazzia morale”, sta predisponendo una rassegna delle opinioni espresse da diversi studiosi, che si avvicinano alle sue. Racconta che la moglie e i figli sono in villeggiatura nella campagna di Bologna, dove si reca a visitarli una volta la settimana. Manda saluti anche da parte della madre. Annuncia che riceverà una visita di [Augusto] Tamburini. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti e ad Ascoli.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
19) Ferrara, 10.07.1877: Clodomiro Bonfigli presenta a Biffi Vincenzo Stignani, latore della lettera che gli invia, precisando che il giovane non potrà allontanarsi da Milano, dove è confinato, fino al 1881. Si augura però che, grazie alla sua buona condotta, la condanna possa essere ridotta, consentendogli di ottenere il passaporto per l'estero ed avere quindi la possibilità di collocarsi anche in Francia o in Svizzera.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
20) Ferrara, 10.07.1877: Clodomiro Bonfigli esprime i propri dubbi circa l'opportunità di coinvolgere [Enrico] Morselli nel viaggio oltralpe che intendono fare insieme a Rossi e a De Stefani, a causa della sua mancanza di “tatto pratico e di criterio”. Si compiace per le buone notizie che gli scrive di [Vincenzo] Stignani, il quale a sua volta gli ha scritto dellasua soddisfazione per l'incontro con Biffi. Racconta della fatica a lavorare a causa del caldo e della lentezza con la quale procede la compilazione della nota bibliografica che desidera allegare al suo scritto sulla “pazzia morale”. Manda saluti da parte della madre. Invia i suoi estesi ad [Angelo] De Vincenti e ad Ascoli.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
21) Ferrara, 20.08.1878: Clodomiro Bonfigli incoraggia Biffi ad intraprendere il viaggio a Parigi, a cui non deve rinunciare. Chiede se la signora Elisa [Materi Pepe] ed [Enrico] Morselli si uniranno al gruppo. Manda saluti da parte della madre e della moglie. Invia i suoi estesi ad [Angelo] De Vincenti, ad Ascoli e a [Vincenzo] Stignani.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
22) Ferrara, 24.01.1880: Clodomiro Bonfigli, nonostante le raccomandazioni di Biffi, non intende far cadere la polemica con [Cesare] Lombroso intorno alla pellagra. A questo proposito, lo informa dell'intenzione di scrivere un'appendice alle sue lettere, per la quale ha necessità di consultare alcuni fascicoli del “Giornale dell'Accademia”. Chiede in prestito a Biffi quello in cui Lombroso parla dello stricnismo, precisando di averne già due, di cui uno postillato da Michetti e che, in caso di necessità, li rimanderà a Lussana. Chiede aiuto per reperire le tabelle sulla digeribilità di Dietrch e di König, le analisi del mais di Güring (?) e “la fisiologia degli alimenti” di Molleschott, che non è riuscito a trovare. Sta anche cercando una memoria di Ponza sul conteggio dei globuli nei pellagrosi. Comunica di aver iniziato a tradurre il nuovo lavoro di Nothnagel, “Topische Diagnostik”, un “bel libro compilato esclusivamente sulla scorta dell'osservazione clinica”. Si compiace per Vaccari e si augura che sia nel novero dei pochi che riescono a guarire stabilmente. Gli raccomanda di salutarlo da parte sua e di riferirgli che ha molto gradito la sua letterina. Invia saluti estesi ad [Angelo] De Vincenti, ai fratelli Biffi e ad Ascoli.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
23) Ferrara, 23.12.1883: Clodomiro Bonfigli ringrazia Biffi per gli stracchini e il panettone che gli ha inviato. Chiede notizie dell'amico e del suo lavoro. Per quanto lo riguarda, racconta di essere molto impegnato, tanto da non essere ancora riuscito ad ultimare la parte assegnatagli nell'ambito della Relazione della Commissione d'inchiesta sulla Pellagra. Chiede a Biffi di segnalare sul giornale [“Archivio italiano per le malattie nervose”] che la Società di soccorso ai pellagrosi che ha fondato ha ottenuto il decreto d'erezione in ente morale. Invia saluti e auguri anche da parte della sua famiglia, estesi ad [Angelo] De Vincenti, Ascoli e Bianchi. Accenna al cesto di amaretti che gli ha inviato in omaggio.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
24) Ferrara, 30.12.1884: Clodomiro Bonfigli, rispondendo a una richiesta di Biffi, esprime il proprio parere circa l'“Archivio [italiano per le malattie nervose]”. Ritiene che per risollevare le sorti del giornale occorrerebbe intervenire sia sulla sua veste tipografica che sulla redazione. Sarebbe inoltre dell'idea di togliere a Rechiedei l'amministrazione e di fare in modo che i collaboratori vengano pagati, poiché “la maggior parte degli scrittori non scrivono più per l'amore alla scienza, ma per far soldi”. Altri poi lo fanno per amor proprio, come [Enrico] Morselli che, non essendo riuscito ad entrare nella direzione, si è ritirato. Garantisce la sua collaborazione al periodico, nonostante il poco tempo a disposizione. Si rende conto della difficoltà di trovare collaboratori del calibro di Morselli, [Augusto] Tamburini e [Cesare] Lombroso. Basti pensare ai casi di [Antigono] Raggi o del Frigerio, che non sono certo in grado di dare lustro, anche per la scarsa considerazione che godono tra i colleghi. Accenna agli effetti dello “Scisma d'Imola” e alla probabile perdita di collaboratori come Seppilli, Amadei di Cremona, Tonini di Catanzaro. Anche Bonvecchiato di Venezia gli pare schiacciato dal peso di Vigna. Forse a Padova qualcuno ambisce ad entrare nella Direzione del giornale. A Mombello nessuno è riuscito ancora ad emergere. Pertanto se sarà possibile riuscire a rinnovare l'“Archivio” nell'estetica sarà molto più difficile riuscirci nella sostanza, soprattutto se [Andrea] Verga vorrà continuare a dirigerlo.
Lamenta pure le condizioni della Società freniatrica italiana che, nata da pochi anni “è di già decrepita”. I soci non pagano perché l'associazione non porta loro alcun beneficio. Anche i congressi potrebbero svolgersi più modestamente. D'altro canto, in caso di necessità la Società ha dimostrato di non muoversi, come testimonia il caso del “povero Monti”. Lamenta anche il mancato appoggio da parte della Società in occasione della polemica sostenuta con [Cesare] Lombroso, episodio che lo avrebbe indotto a dimettersi da socio, se non fosse stato per il rispetto che nutre verso Biffi e Verga. Chiede a Biffi se desidera sempre una sua lettera aperta su questi argomenti, perché gli sarebbe difficile scriverla senza imbarazzo. Precisa che la malata di cui gli ha scritto, e che ha suggerito di ricoverare a Rancate, non è una sua paziente, ma di Tebaldi di Padova; se questi non lo ha contattato, probabilmente è perché la famiglia non ha ancora preso una decisione in proposito. Invia saluti e un abbraccio ad [Angelo] De Vincenti.
Carta intestata: MANICOMIO PROVINCIALE DI FERRARA / GABINETTO DEL MEDICO-DIRETTORE
25) Ferrara, 05.09.1887: Clodomiro Bonfigli informa Biffi di essere a Ferrara per pochi giorni, dovendo poi ripartire per Riccione, tornerà a Ferrara il 20 per mandare Tambroni e Zichicelli al Congresso di Pavia; andrà ancora a Riccione il 25 e infine rientrerà a ottobre a Ferrara. Dichiara che accetterebbe ben volentieri l'incarico dei signori Nanni a Milano, anche per il piacere di riabbracciare l'amico. Ha appreso con dispiacere della malattia del “povero [Gaetano] Pini” e si augura che le cose vadano come immaginato da Biffi. “Riguardo ai quadri” immagina che qualcuno si farà vivo per il rimborso delle spese. Frattanto, se dovesse vedere qualcuno del Comitato, gli raccomanda di far mettere tutto in ordine per rispedirlo a Ferrara. Sa che la Società d'igiene avrebbe desiderato il materiale in dono, ma l'Amministrazione provinciale non è disposta a cedere quanto già posseduto in un unico esemplare dalla biblioteca del manicomio. Lo informa che la Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Bologna, ha chiesto al Ministero di conferirgli un incarico per l'insegnamento della medicina legale agli studenti di legge. Dichiara che non è sicuro di accettare, ma che nel frattempo ha preparato la prolusione e qualche lezione. Invia saluti ad [Angelo] De Vincenti e agli altri parenti di Biffi. Assicura che presto scriverà a Federici per la commissione di cui lo ha incaricato. Manda saluti anche per Elisa [Materi Pepe].
26) Ferrara, 26.11.1892: Clodomiro Bonfigli racconta di aver saputo da Tassi, che la Commissione lo ha giudicato a pari merito di [Enrico] Morselli e che una “confusa” lettera di Elisa [Materi Pepe] lo ha poi informato della preferenza data a Morselli, in quanto più giovane. Chiede delucidazioni in proposito, rinnovando tuttavia la propria gratitudine a Biffi, al quale deve ogni sua riuscita in ambito lavorativo. Invia saluti estesi ai parenti di Biffi e ad Algeri.
27) Roma, 15.12.1892: Clodomiro Bonfigli riferisce del suo incontro con Elisa [Materi Pepe] che, insieme a Biffi, occupa un posto speciale tra i suoi affetti. Racconta che il giorno precedente ha fatto visita al R. Commissario, il quale lo ha accolto con cortesia e deferenza, e gli ha letto le parti del verbale della commissione che lo riguardano e nelle quali ha trovato la conferma di quanto fatto in suo favore da Biffi. Assicura di essersi mostrato “soddisfattissimo”, mantenendosi riservato rispetto al suo rivale [Enrico Morselli] e a Barnum “suo protettore”. Dichiara altresì che Colucci stesso gli ha parlato di Morselli e che gli è parso non “troppo soddisfatto” della nomina. Infatti Morselli ha dichiarato di non voler abitare presso il manicomio, ma di avere l'intenzione di stabilirsi nella parte nuova di Roma e ha richiesto l'istituzione di una cattedra di psicopatologia a lui riservata. Non sa cosa farà il Ministro, ma pare che non ci siano fondi sufficienti a soddisfare le richieste di Morselli. Il commissario inoltre nutre perplessità che una persona dedita all'insegnamento e residente lontano dal manicomio possa riuscire a riformarlo veramente. Gli pare di capire che la nomina di Morselli sia probabilmente il frutto di forti raccomandazioni da parte degli ambienti massonici. Aggiunge una postilla riguardo la sorpresa per il ricevimento dei fagiani, di cui mangeranno un esemplare oggi.
28) Ferrara, 12.01.1893: Clodomiro Bonfigli informa Biffi di aver accettato la nomina a direttore del manicomio di Roma secondo le indicazioni esposte nel bando di concorso. Si augura di riuscire a svolgere l'incarico, al quale si accinge con trepidazione. Rimane in attesa di una comunicazione ufficiale per recarsi poi a far visita al Commissario, passare in rassegna l'istituto, la casa d'abitazione e i regolamenti per decidere infine quando insediarsi nel nuovo posto. Invia saluti estesi agli altri membri della Commissione.
29) Roma, 27.03.1893: Clodomiro Bonfigli comunica a Biffi il suo arrivo a Roma, dove si dedica con entusiasmo al nuovo impiego, frenato talvolta dalla burocrazia. Vorrebbe avere maggiori poteri per muoversi con più agio, ciononostante “qui già si dice che per quanto riguarda il contegno degl'infermieri, delle suore, ecc. è già avvenuta una trasformazione notevolissima”. Si augura che ilConsiglio provinciale di Ferrara confermi il trasferimento.
Desidera, insieme alla signora Elisa Materi Pepe, una visita del “Rotschild degli alienisti” a Roma. Manda saluti estesi ai suoi fratelli, ad [Angelo] De Vincenti e a tutti gli amici comuni. Chiede se ha saputo del povero Solinetti.
30) Roma, 05.02.1895: Bonfigli chiede a Biffi di raccomandare la sua candidatura a deputato presso il prefetto di Macerata, Luigi Ovidi.
Carta intestata: R. UNIVERSITA' DI ROMA / ISTITUTO PSICHIATRICO
31) Roma, 20.04.1897: Clodomiro Bonfigli ringrazia Biffi per il ricordo che conserva di lui e per il panettone che gli ha inviato. Ribadisce il suo attaccamento all'amico, al quale conta di fare una visita in estate. Si dice sereno per il successo raggiunto. Fornisce ragguagli sui suoi familiari e in particolare sul figlio maggiore, già laureato, che presta servizio militare alla scuola allievi ufficiali medici di Firenze e che spera venga poi destinato a Roma. Racconta che anche l'altro figlio ha intrapreso gli studi di medicina. Informa sulla sua giornata: dalle sette a mezzogiorno in manicomio, il resto del tempo lo dedica a qualche visita e agli impegni in Parlamento e con gli elettori. Invia saluti estesi ai fratelli di Biffi e alle “Perpetue relative”, ad [Angelo] De Vincenti, all'Algeri e agli altri amici comuni. Manda saluti da parte della famiglia e dei colleghi, specialmente da Gammarelli.
32) Roma, 05.01.1898: Clodomiro Bonfigli si scusa con Biffi per il ritardo con cui gli scrive, motivato dagli impegni al manicomio, da quelli con gli elettori, dal lavoro che sta svolgendo con [Augusto] Tamburini e Virgilio per la messa a punto di un regolamento per i manicomi giudiziari e, non ultimo, dai preparativi per il prossimo matrimonio del figlio. Confessa di avere in sospeso una trentina di lettere a cui rispondere e un numero imprecisato di pratiche da sbrigare presso i vari ministeri. Si dice certo che Biffi lo comprenderà e così suoi fratelli con le “relative perpetue”. Invia auguri anche da parte dei familiari estesi ai suoi cari. Comunica di aver inviato dei dolci romani in regalo all'amico.
Note
Nel corso del presente intervento di riordino e inventariazione dell’Archivio Biffi è stata rinvenuta una sola lettera originale datata Roma, 5 febbraio 1895. Le altre 31 qui regestate sono state acquisite da fotocopie messe gentilmente a disposizione dal prof. Marco Soresina, che le aveva riprodotte negli anni Ottanta, prima che si smarrissero, e che ringraziamo.