Nicoli Oreste

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Tre lettere del paziente Oreste Nicoli a Ferrari:
1) Sidi-Bel-Abbes (Algeria), sabato 1909: dice a Ferrari di essere ricoverato all'Ospedale militare del 1° Reggimento della Legione straniera, avendo mancato di rientrare all'appello in caserma e gli chiede di scrivere subito al dottor Astier per ottenere che sia riformato e congedato. Promette che in cambio, al suo ritorno, scriverà un libro sul quale Ferrari potrà studiare.
2) [Pracchia, s.d., ma successiva]: dice di essere solo al mondo e narra le proprie vicende, confessando di non essere a Firenze come crede la madre ma a Pracchia. Parla dei pessimi rapporti con la madre e con il suo fidanzato, mentre spera di incontrare presto l'amata zia a Bologna, dove si sta recando a piedi. Chiede a Ferrari di aiutarlo, di scrivergli per confortarlo, perché teme di poter ricadere nella criminalità.
3) [s.l., d.s.]: scrive a Ferrari "clandestinamente", facendogli notare che non ha risposto alla sua lunga lettera. Avvisa che a giorni suo fratello si recherà da Ferrari a Imola e, nonostante speri che cambi vita, è certo che arriverà in manicomio "a spadroneggiare" e "a fare il don Giovanni con le infermiere", portando con sé la sua prostituta. Continua a descrivere il fratello come un pessimo soggetto, violento, infido, gesuita, calunniatore, alcolista. Si dice convinto di essere odiato da Ferrari e dagli altri, soprattutto dal dott. Luigi Baroncini, ma ritiene di amarli lo stesso ed è contento di non doversi più rivolgere a loro.

Estremi cronologici

1909

Consistenza

5 carte

Collocazione fascicolo

b. 13, fasc. 31
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