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1) Bologna, 25 novembre 1951: La saluta con affetto, temendo di non poterla incontrare prima della partenza. Convinto che continuerà a farsi onore, dice di aver visto nella breve permanenza che il lavoro fatto è servito a qualcosa, anche se non tutte le loro energie sono state utilmente impiegate e che gli sembra importante in tali frangenti organizzarsi nel modo più razionale per non sprecare forze e per non faticare senza riscontri. Confessa di lasciarla lì [a Bologna] molto a malincuore, avendo preferito stare vicino a lei per affrontare insieme il momento piuttosto difficile, in cui tuttavia sa destreggiarsi molto bene. La esorta ripetutamente a tenerlo informato e la abbraccia con tanto affetto.
Sottoscrizione “Gigi”.
Contenuto
1 lettera manoscritta di Meschieri a sua moglie Violetta Belcecchi:1) Bologna, 25 novembre 1951: La saluta con affetto, temendo di non poterla incontrare prima della partenza. Convinto che continuerà a farsi onore, dice di aver visto nella breve permanenza che il lavoro fatto è servito a qualcosa, anche se non tutte le loro energie sono state utilmente impiegate e che gli sembra importante in tali frangenti organizzarsi nel modo più razionale per non sprecare forze e per non faticare senza riscontri. Confessa di lasciarla lì [a Bologna] molto a malincuore, avendo preferito stare vicino a lei per affrontare insieme il momento piuttosto difficile, in cui tuttavia sa destreggiarsi molto bene. La esorta ripetutamente a tenerlo informato e la abbraccia con tanto affetto.
Sottoscrizione “Gigi”.