Giovanni Clerici

Milano, 13 Settembre 1799 – Milano, 26 Maggio 1868
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Biografia

Medico, alienista e assiduo collaboratore della scuola psichiatrica milanese di Andrea Verga, fu una precoce e significativa voce in controcanto rispetto all’impostazione organicista prevalente nella psichiatria italiana dell’Ottocento.
Nato a Milano da famiglia agiata e laureatosi nel 1824 in medicina all’Università di Pavia, dove fu allievo del celebre clinico Franz Xaver von Hildenbrand, fu assunto nel 1827 presso l’Ospedale Maggiore di Milano, nelle cui sale e istituti aggregati si svolse in gran parte la sua carriera di medico.
Fra il 1828 e il 1830 fece una prima breve esperienza in ambito psichiatrico presso la Pia Casa della Senavra, il manicomio milanese, per dedicarsi poi, nel ventennio successivo, soprattutto alla cura clinica di patologie quali il tifo petecchiale, il colera e la sifilide, in collaborazione con l’Ufficio sanitario del Comune di Milano.
Nel 1844 entrò come medico ordinario di seconda classe nel Pio Istituto di Santa Corona, dove si occupò della condotta del quartiere esterno di Porta Vercellina. Durante i rivolgimenti politici del Quarantotto fu nominato dal Governo provvisorio “medico politico” dell’Ufficio municipale di pubblica sorveglianza e destinato come medico fiscale presso le carceri.
Rientrò poi, nel luglio 1853, all’Ospedale Maggiore, dove riprese a dedicarsi alla cura della malattia mentale, occupandosi in particolare del comparto delle donne deliranti di S. Antonino. In quel quindicennio, fu uno dei più assidui collaboratori delle prime riviste del settore: l’Appendice psichiatrica e l’Archivio italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali. Vi pubblicò complessivamente 18 “memorie originali”, delle quali ben 16 sull’Appendice (nello stesso periodo, solo Verga, Cesare Lombroso e Serafino Biffi furono più prolifici di lui).
Clerici era persuaso che l’assenza di un’adeguata attenzione alla dimensione emotiva costituisse il principale motivo delle difficoltà in cui versava la psichiatria dell’epoca, e proprio per questo pose le emozioni al centro della propria interpretazione della malattia mentale. Alla base del funzionamento psichico riteneva possibile individuare tre “radicali” (o “sentimenti primari”): l’affezionabilità (radicale dell’amore), l’irascibilità (radicale dell’odio) e la paura (radicale del timore), ai quali cercò di ricondurre le diverse forme psicopatologiche. Egli distingueva infatti le “estesiopatie” dalle “frenopatie”: solo le prime erano riconducibili a un “pervertimento” delle emozioni e dunque considerabili come vere pazzie, mentre le seconde erano riconducibili al decorso di gravi malattie organiche, che solo secondariamente sconvolgevano i processi intellettuali ed emotivi. In tal senso, era possibile distinguere anche i deliri in “primitivi”, cioè connessi all’effettiva emotività dell’individuo, e “secondari”, cioè dipendenti da condizioni organiche.
In questo quadro, pur cercando di mantenere un solido aggancio all’interpretazione organicista tipica dell’epoca, si dedicò anche ad indagini dal “colore speculativo”, che a suo parere rientravano comunque nei “confini della psichiatria, la quale non solo consente le speculazioni filosofiche, ma non può farne a meno”. Nelle sue pubblicazioni sono significativi i confronti con il pensiero filosofico occidentale: egli criticava in particolare le convinzioni degli stoici e di Locke, secondo i quali i sentimenti e le passioni sarebbero qualcosa di secondario rispetto alla dimensione intellettuale, sposando invece una posizione più vicina a quella di Aristotele, che avrebbe riconosciuto come “gli affetti nascono con l’uomo” e sarebbero quindi primari.
Come recitava la lapide a lui dedicata nell’atrio d’ingresso dell’Ospedale Maggiore di Milano, Clerici “mostrò d’intendere la vita e la medicina da filosofo e la filosofia da medico”.

Luca Frigerio
27/07/2023
 

Bibliografia

Brocca, G. (1868). Il dottor Giovanni Clerici. Parole dette ne’ funerali celebrati in Milano il 28 maggio 1868. Annali universali di medicina, 69(613), 237-240.
Canetta, P. (1887). Elenco storico-biografico dei benefattori dell’Ospedale maggiore 1456-1886. Milano: Cogliati.
Castelli, G. (1940). Figure dell'Ottocento alla Ca' Granda. Amministratori, medici, farmacisti. Milano: Ed. Meneghina, pp. 443-482.
Frigerio, L. (2023). Le emozioni e l’alienismo: Giovanni Clerici (1799-1868). Physis, 58(1).
Zocchi, P. (2006). Il Comune e la salute. Amministrazione municipale e igiene pubblica a Milano (1814-1859). Milano: FrancoAngeli.
 

Opere

(1853). Cenni psicologici diretti allo studio della pazzia. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 49-52; 117-121.
(1854). Pensieri su la condizione patologica della pazzia. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 41-44.
(1857). Dell’importanza di distinguere i fenomeni delle mentali alienazioni in essenziali e consensuali, o in primarj e secondarj. Osservazioni pratiche. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 181-183.
(1858). Ancora dell’importanza di distinguere i fenomeni della pazzia in morali, intellettuali e fisici. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 337-340.
(1861). Se dai sintomi si possa indurre quali sieno le funzioni principalmente lese nelle psicopatie e quindi il loro substrato. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 403-406.
(1862). Se dai sintomi si possa indurre quali sieno le funzioni principalmente lese nelle psicopatie e quindi il loro substrato. Continuazione e fine. Gazzetta medica italiana. Lombardia. Appendice psichiatrica, 197-20.
(1864). Il sistema cerebellare è organo di eccitazione fisica e morale e di quell’anormale modo di sentire che è la causa della pazzia. Archivio italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali, 209-233.
(1869). Delle principali opinioni dei filosofi e dei fisiologi sulla natura e sulla sede delle passioni. Archivio italiano per le malattie nervose e più particolarmente per le alienazioni mentali, 3-54.
 

Fonte iconografica

Michelangelo Fumagalli, Ritratto di Giovanni Clerici (Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore PoliclinicoFondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano).
 
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