Raffaele (Benedetto) D’Acquisto

Monreale (Palermo), 1 Febbraio 1790 – Palermo, 7 Agosto 1867
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Biografia

Al secolo Raffaele, Benedetto D’Acquisto a sedici anni entra nell’Ordine dei Frati minori riformati, dove compie gli studi superiori di Filosofia e Teologia. Si laurea poi all’Università di Palermo in Filosofia. Nel 1836 vince il concorso per la cattedra di Etica e di Diritto naturale alla Regia Università degli studi di Palermo, incarico che mantiene fino al 1858, anno in cui è eletto arcivescovo di Monreale. Erudito contemplativo, originale, innovativo, è attento al concetto di “uomo”, che analizza sotto l’aspetto filosofico-speculativo e psicologico. La sua filosofia procede per tappe, come si evince dalla divisione della sua maggiore opera, gli Elementi di Filosofia fondamentale, composta da quattro volumi, i primi due intitolati Psicologia o Analisi delle facoltà dello spirito umano (1835 e 1836), il terzo Ideologia o Trattato delle idee (1837), e il quarto Organo dello scibile umano o Logica, pubblicato postumo nel 1871.
Il punto di partenza della sua speculazione filosofica è di carattere psicologico, anche se l’obiettivo cui mira è l’identificazione del problema psicologico con quello ontologico. Egli intende la psicologia come analisi delle facoltà dello spirito umano. In ciò risulta antesignano della psicologia moderna, elaborata nel corso del secolo XIX. D’Acquisto considera la psicologia come «la radice della filosofia», che consentirebbe all’uomo di conoscere il mondo e Dio. Chiedendosi che cosa sia la psicologia, egli si interroga su cosa l’uomo possa conoscere e su cosa l’uomo sia. D’Acquisto ritiene l’uomo un essere dotato di facoltà atte a conoscere, muovendo dall’assunto cartesiano del cogito ergo sum, che presuppone la “coscienza del me”. Per D’Acquisto il problema della conoscenza non è tanto il problema di cosa l’uomo possa conoscere, ma di “come” l’uomo possa conoscere. L’io, sostiene, è quell’elemento oggettivo, insito nell’uomo, che gli fa affermare “io sono”. Nelle Nozioni preliminari (anteposte all’opera), egli afferma: “io, spirito, intelligenza, anima non esprimono in fondo che la stessa cosa, cioè l’essere che in noi pensa, la sostanza che differisce essenzialmente da quella che chiamiamo materia corpo”; e continua: “io è la sostanza pensante che empiricamente si conosce e si afferma”. Le idee sono da lui divise in sensibili, concernenti il mondo materiale, intellettuali, relative al proprio essere, e necessarie, che riguardano Dio. A queste, D’Acquisto aggiunge le idee di rapporto, le quali forniscono la possibilità di formulare giudizi e ragionamenti. Egli considera, dunque, il processo conoscitivo (in cui la coscienza riconosce la propria esistenza) nella sua concretezza di atto unitario della percezione sensibile e nell’universalità dell’unità consapevole dell’atto cosciente. Egli approda così a una concezione speculativa qualificabile come “onnicentrismo”, in base alla quale tutta la nostra conoscenza vive nella coscienza.
Il percorso speculativo del filosofo si completa nel volume della Logica, dove egli asserisce che il principio ontologico dello “Assoluto creante” è la ragione del conoscere; tantoché l’atto logico “ha una capacità universale, ed una forza comprensiva che si estende ed abbraccia tutto [ciò] che è”; e in ogni percezione, raziocinio, giudizio, si trova la “è” potenziale; la “è” attraverso la quale D’Acquisto porta a cognizione i tre elementi: “l’elemento psicologico della potenza intelligente; l’elemento ontologico dell’obbietto inteso e l’elemento logico nella forza che li connette  e nella sua unità li riassume e li rappresenta”.
Quest’atto logico che riesce a tenere stretti assieme, nella sua unità, il soggetto e l’oggetto, è il fondamento reale della cognizione, e consente di sottrarsi sia all’idealismo che al vuoto nominalismo di certi sistemi filosofici.
Gli ultimi anni della vita di D’Acquisto furono segnati dalle vicende risorgimentali. Poco dopo l’Unità d’Italia, avendo contribuito all’istituzione della guardia civica di Monreale, meritò da Vittorio Emanuele II la commenda dell’Ordine mauriziano. Nel 1866, allo scoppio della rivolta popolare e antigovernativa di Palermo, accettò la nomina a presidente del Comitato insurrezionale di Monreale, nella speranza di mantenere l’ordine pubblico, ma quando l’insurrezione fu repressa dall’esercito, venne arrestato e incarcerato come sovversivo. Rimesso in libertà provvisoria dopo un mese, nel 1867, poco prima di morire, beneficiò di un’amnistia e terminò la vita dedicandosi all’assistenza ai colerosi.
 
Antonio Fundarò
14/09/2018
 

Bibliografia

Di Giovanni, V. (1873). Storia della filosofia in Sicilia da’ tempi antichi al sec. 19. Palermo: L. Pedone Lauriel.
Fundarò, A. (2001). L’ontologismo rivoluzionario nella logica di Benedetto D’Acquisto. Rassegna siciliana di storia e cultura, 12, 73-104, disponibile on-line.
Fundarò, A. (2014). Figure di filosofi e pedagogisti. Benedetto D’Acquisto e la filosofia europea. La Rivista della scuola, 9, 14-15.
Fundarò, A. (2016). Benedetto D’Acquisto. Filosofo nell’età d’oro del Regno delle Due Sicilie. Roma: Gruppo editoriale L’Espresso.
Fundarò, A.  (2016). Filosofia e psicologia nell’opera di Benedetto D’Acquisto. Roma: Gruppo editoriale L’Espresso.
Fundarò, A. (2017). Benedetto D’Acquisto, Elementi di filosofia fondamentale. Milano: Gruppo editoriale TiPubblica.
Fundarò, A. (2017). Sistema della Scienza universale del P. Benedetto D’Acquisto da Monreale. Milano: Gruppo Editoriale TiPubblica.
Grita, R. (1985). D’Acquisto Benedetto. In Dizionario biografico degli italiani, vol. 31. Roma: Treccani, disponibile on-line.
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