Poligrafo

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Il poligrafo, perfezionato da Etienne-Jules Marey verso la fine degli anni ’60 dell’Ottocento, era uno strumento in grado di trasferire su un unico cilindro di registrazione i dati inviati simultaneamente da più “apparecchi di esplorazione”. La trasmissione degli impulsi rilevati era di tipo pneumatico e veniva mediata da tamburi di Marey, mentre il cilindro di registrazione era un chimografo integrato nell’apparecchio e mosso da un meccanismo a orologeria.
Il modello nell’immagine, in vendita all’inizio degli anni ’90 presso Charles Verdin, era stato progettato per ridurre il peso e le dimensioni delle macchine precedenti, con lo scopo di farne uno strumento “portatile”. Questo poligrafo poteva essere corredato da apparecchi di esplorazione come lo sfigmografo e il cardiografo (nell’immagine). Verdin metteva inoltre a disposizione rotoli di carta per i tracciati, tubi di collegamento in caucciù e tamburi di ricambio.
Dal punto di vista dello sviluppo delle tecniche di trasposizione grafica della meccanica della fisiologia umana, l’invenzione del poligrafo rappresenta il momento culminante di un processo di affinamento iniziato verso la metà dell’Ottocento. Lo pneumografo, l’ergografo, lo sfigmografo permettevano già la rilevazione localizzata delle variazioni di uno stato fisiologico; tuttavia i tracciati prodotti si riferivano a un singolo organo o fenomeno e, soprattutto, venivano registrati in tempi diversi, sottoponendo ad esame, di volta in volta, la respirazione, l’attività muscolare o la pressione sanguigna.
La raccolta diacronica dei dati era però d’ostacolo all’esigenza, sempre più sentita dalla comunità dei medici e degli psicologi, di poter rilevare e comparare i diversi fenomeni fisiologici che si manifestavano simultaneamente in un individuo sottoposto a uno stimolo. Il poligrafo superava questo problema grazie ad una tecnologia che permetteva di scrivere su uno stesso grafico, con lo stesso asso temporale di riferimento, tutte le reazioni fisiologiche che si manifestavano in una precisa condizione psicofisica spontanea o indotta.

Christian Carletti
04/07/2011

Bibliografia

Braun, M. (1994). The work of Etienne-Jules Marey (1830-1904). Chicago: The University of Chicago Press.
Marey, E. J. (1868). Du mouvement dans les fonctions de la vie. Leçons faites au Collège de France. Paris: Bailière.
Sinatra, M. (2007). The birth of experimental psychology in Germany between psychophysical methods and physiological theories. Physis, 43 (1-2), 91-131.
Verdin, C. (s.d.), Catalogue des instruments de précision construits par Charles Verdin. Paris.
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