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Nel 1990 le prestazioni dirette agli utenti (cosiddette “di primo livello”) furono escluse per legge (L. 8 giugno 1990 n. 142, LL.RR. 1/86 e 25/90) dalle competenze provinciali e, quindi, al CPC fu assegnata una diversa fisionomia, che rispondesse alla domanda di formazione clinica e di assistenza tecnica da parte di enti e di organismi pubblici locali. Queste le aree di intervento attivate: Scuola quinquennale di psicologia; corsi di aggiornamento professionale per operatori clinico-assistenziali impegnati nei vari ambiti istituzionali (ospedali generali, ospedali psichiatrici, carceri, enti locali); supervisioni tecniche delle casistiche clinico-assistenziali (valutazione e suggerimenti correttivi agli operatori nei rapporti con l’utente psichiatrico); indagini psico-diagnostiche di secondo livello per casistiche complesse, che richiedevano interventi a lungo termine, su richiesta di enti sanitari locali; studi e ricerche volti ad affrontare gravi problemi socio-assistenziali (disagio giovanile, psicosi, cronicità); costituzione di una video-nastroteca, formata con più di 400 registrazioni di supervisioni cliniche e di lezioni, aperta alla consultazione di operatori pubblici, studenti e corsisti.
Il Centro – la cui sede a Milano si trasferì nel tempo da via Pancrazi in viale Piceno 60 e infine in via Pusiano – fu chiuso nel 1997.
Daniela Bellettati e Flores Reggiani
28/09/2015
Il Centro di psicologia clinica (CPC) fu fondato nel 1979 dalla Provincia di Milano presso l'Opedale psichiatrico “Paolo Pini” allo scopo di offrire un servizio pubblico in grado di rispondere alle sempre più diffuse esigenze di aiuto psicologico da parte di chi non aveva i mezzi per accedere alla rete professionale privata. L’attività del Centro, che proseguiva l’esperienza avviata già negli anni Cinquanta del Novecento dallo psicoanalista Giovanni Carlo Zapparoli, prevedeva l’integrazione funzionale tra psicologia clinica e psichiatria e lo sviluppo di tre modalità di cura (farmacoterapeutica, psicoterapica e socio-assistenziale), secondo i bisogni dei pazienti.
Nel 1990 le prestazioni dirette agli utenti (cosiddette “di primo livello”) furono escluse per legge (L. 8 giugno 1990 n. 142, LL.RR. 1/86 e 25/90) dalle competenze provinciali e, quindi, al CPC fu assegnata una diversa fisionomia, che rispondesse alla domanda di formazione clinica e di assistenza tecnica da parte di enti e di organismi pubblici locali. Queste le aree di intervento attivate: Scuola quinquennale di psicologia; corsi di aggiornamento professionale per operatori clinico-assistenziali impegnati nei vari ambiti istituzionali (ospedali generali, ospedali psichiatrici, carceri, enti locali); supervisioni tecniche delle casistiche clinico-assistenziali (valutazione e suggerimenti correttivi agli operatori nei rapporti con l’utente psichiatrico); indagini psico-diagnostiche di secondo livello per casistiche complesse, che richiedevano interventi a lungo termine, su richiesta di enti sanitari locali; studi e ricerche volti ad affrontare gravi problemi socio-assistenziali (disagio giovanile, psicosi, cronicità); costituzione di una video-nastroteca, formata con più di 400 registrazioni di supervisioni cliniche e di lezioni, aperta alla consultazione di operatori pubblici, studenti e corsisti.
Il Centro – la cui sede a Milano si trasferì nel tempo da via Pancrazi in viale Piceno 60 e infine in via Pusiano – fu chiuso nel 1997.
Daniela Bellettati e Flores Reggiani
28/09/2015
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