Rivista italiana di psicoanalisi

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La Rivista italiana di psicoanalisi fu fondata nel 1932 dallo psicoanalista triestino Edoardo Weiss, come organo ufficiale della Società psicoanalitica italiana, costituitasi nel 1925 ad opera del neuropsichiatra Marco Levi Bianchini e riorganizzata da Weiss nel 1932. Fu la prima pubblicazione periodica in Italia dedicata esclusivamente alla psicoanalisi.
Della redazione facevano parte Cesare Musatti, Ferruccio Banissoni, Nicola Perrotti, Emilio Servadio e Giovanni Dalma. Secondo quanto scrive Weiss, scopo della pubblicazione era di «orientare le persone colte sulle concezioni fondamentali e sui possibili sviluppi della psicoanalisi» e di favorire in tal modo la diffusione delle teorie psicoanalitiche, che in Italia avevano subito un grosso ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi europei. La rivista ospitò, oltre a contributi originali di studiosi italiani, anche la traduzione di importanti saggi di Sigmund Freud (Il Mosè di Michelangelo, Nuova serie delle Lezioni introduttive alla psicoanalisi), di Ernst Jones (Psicoanalisi e folklore), di Franz Alexander (Psicoanalisi e medicina), di Paul Federn (La depressione quale perturbamento psichico, Relazioni cicliche di amicizia) e di Heinrich Meng (Psicoanalisi ed educazione sessuale, Il bambino e la psicoanalisi).
La rivista dovette chiudere dopo due anni, perché le autorità fasciste non rinnovarono i permessi necessari per la pubblicazione. Rimasero fuori circolazioni due numeri del 1934, che non fu possibile mettere in vendita. Nel 1938 fu sciolta anche la Società psicoanalitica italiana.
L'immediato dopoguerra vide la ricostituzione della Società e la nascita di due periodici specializzati, Psicoanalisi e Psiche, che tuttavia ebbero vita breve e non divennero (eccezion fatta per l'ultimo fascicolo di Psicoanalisi) organo ufficiale del movimento psicoanalitico. Nel 1954 Cesare Musatti, sollecitato dai suoi allievi milanesi, si adoperò per la creazione di una rivista che riprendesse la tradizione iniziata dalla Rivista italiana di psicoanalisi e si proponesse come organo scientifico della Società psicoanalitica italiana. Uscì così, nel gennaio 1955, la Rivista di psicoanalisi, che ebbe come direttore Musatti e come condirettori Perrotti, Servadio e la principessa Alessandra Tomasi Di Palma. La redazione aveva sede presso l'Istituto di psicologia dell'Università di Milano, diretto da Musatti, ed era composta da Franco Angelini, Benedetto Bartoleschi, Lydia Zaccaria Garinger, Maria Elvira Berrini, Franco Fornari, Pietro Veltri, Giancarlo Zapparoli, Egon Molinari e Francesco Corrao. L'intento di Musatti, espresso nell'editoriale del primo numero, era quello di offrire uno strumento tecnico e specialistico in grado di rispondere alle mutate esigenze del pubblico, degli ambienti scientifici e della stessa Società psicoanalitica, contribuendo all'affermazione e al consolidamento della psicoanalisi come disciplina teorica e terapeutica. Con tale strumento gli psicoanalisti avrebbero avuto «una loro specifica tribuna scientifica», dalla quale comunicare con i vari scienziati, medici e psicologi interessati alla dottrina e alla pratica psicoanalitica; da tale tribuna essi avrebbero potuto difendere il pensiero freudiano «dalle affrettate improvvisazioni o dalle troppo comode semplificazioni», che andavano diffondendosi nella cultura italiana. La rivista venne pubblicata, con periodicità quadrimestrale, dalla Editrice Universitaria di Firenze.
Musatti ricoprì la carica di direttore fino al 1971. Gli successe Francesco Corrao, che inaugurò una nuova fase nella storia della rivista, contraddistinta dalla fedeltà all'orientamento freudiano, secondo il dettame di Musatti, e dall'apertura ai contributi innovatori e meno ortodossi, purché rispondenti «ai criteri di scientificità analitica freudiana». Sotto la direzione di Corrao la sede della redazione – che nel 1965 si era spostata in via Corridoni, presso il Centro milanese di psicoanalisi da poco costituito – venne trasferita a Roma. Nel 1974, sotto la direzione di Franco Fornari, la rivista cambiò editore, uscendo per i tipi del Pensiero scientifico Editore di Roma, per passare poi definitivamente alle edizioni Borla di Roma. Nel 1980, sotto la direzione di Eugenio Gaddini, la periodicità divenne trimestrale.
Negli ultimi 20 anni – segnati dalla direzione di Antonio Alberto Semi, Pier Luigi Rossi, Agostino Racalbuto e Patrizio Campanile – la Rivista di psicoanalisi ha confermato la sua linea di apertura alla molteplicità dei discorsi psicoanalitici e ha accolto contributi transdisciplinari, provenienti dalla letteratura, dall'arte, dalla filosofia e dalle scienze biologiche, al fine di offrire una visione non riduttiva della psicoanalisi come pratica e come riflessione teorica. Essa costituisce oggi un importante strumento di partecipazione al dibattito scientifico e culturale.

Marina Manotta
19/03/2010

Bibliografia

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