Umberto Neyroz

Frosinone, 8 Marzo 1877 – Bologna, 5 Novembre 1927
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Biografia

Umberto Neyroz fu medico psicologo e pedagogista. Si laureò a Roma con una tesi dal titolo Ricerche sperimentali sulla profondità del sonno nei normali e nei psicopatici, che discusse il 14 luglio 1901 con il noto psicologo Sante De Sanctis, grazie al quale si formò negli anni universitari seguendone soprattutto le ricerche sperimentali e gli interessi per le patologie nervose infantili. La formazione teorico-pratica di Neyroz, che collaborò con De Sanctis anche all'organizzazione degli Asili-scuola romani e che frequentò, in qualità di osservatore e sperimentatore, la Casa di cura per fanciulli nervosi di Roma, contribuì a rendere la sua tesi non solo valida da un punto di vista teorico, grazie all'attenzione per la letteratura internazionale dell'epoca, ma anche da un punto di vista pratico, poiché il giovane mostrò particolare dimestichezza nella conoscenza e nell'uso di strumenti scientifici di cui anche la psicologia italiana, alla fine dell'800, cominciava ad avvalersi. L'originalità e il valore scientifico della tesi ne consentirono la pubblicazione, nel maggio 1902, sulla prestigiosa Psychological Review.
La fama di Neyroz non sfuggì, pochi mesi più tardi, a Giulio Cesare Ferrari che, nominato direttore dell'Istituto medico-pedagogico di Bertalia, riorganizzò la struttura in maniera radicale, assumendo Neyroz come assistente il 19 ottobre 1903. Grazie alle indicazioni e ai rapporti nazionali di De Sanctis, Neyroz aveva infatti soggiornato nell'Istituto psichiatrico San Lazzaro di Reggio-Emilia, dove Ferrari che aveva una consolidata fiducia verso la scuola romana di De Sanctis, non a caso considerato uno dei fondatori della neuropsichiatria infantile aveva potuto conoscerlo e apprezzare i suoi lavori di ricerca.
Con Ferrari, Neyroz affrontò non solo il problema sociale delle frenastenie, ma anche la questione scientifica della loro classificazione psichiatrica, sottoponendo i pazienti a un attento e continuo "esame psicologico". Rivolse gran parte del suo interesse, in particolare, alla patologia mentale e all'infanzia. La sua presenza a Bertalia significò, in ambito scientifico, la possibilità di sperimentare e di affinare tecniche di psicologia scientifica legate a determinate patologie o disturbi dell'infanzia, avviando inoltre un laboratorio pedagogico molto interessante se considerato alla luce del metodo montessoriano, che proprio in quegli anni gettava le basi per una rivoluzione educativa all'interno di ambienti dell'infanzia fino ad allora considerati del tutto estranei a una possibile inclusione nel modello scolastico ed educativo tout-court.
Anche con l'Istituto di Bertalia, sebbene in forma minore e diversa dall'esperienza montessoriana, si affermò l'idea di uno studio della psiche infantile che cominciò via via a distanziarsi dal riduzionismo dell'impostazione lombrosiana, per rivolgere lo sguardo a un approccio medico-pedagogico le cui teorie, elaborazioni e sperimentazioni furono un vero e proprio cantiere in divenire, soprattutto dal punto di vista scientifico e teorico. Compito di cui divenne poi uno strumento fondamentale la Rivista di psicologia, fondata da Ferrari nel 1905, a cui Neyroz partecipò attivamente sia con la pubblicazione di alcuni articoli, sia nell'organizzazione redazionale. L'Istituto di Bertalia e la rivista diventarono luoghi di formazione permanente soprattutto per le persone che intercettarono e seguirono la nuova istituzione voluta da Ferrari. La preoccupazione per la formazione del corpo insegnante fu un aspetto cruciale cui lo stesso Neyroz contribuì attraverso l'organizzazione di corsi e di lezioni rivolte alle maestre e al personale medico e infermieristico.
A Bertalia Neyroz conobbe Vittorina Lamieri, validissima e brillante insegnante dell'istituto, i cui contributi apparirono più volte sulla Rivista di psicologia. Una conoscenza che di lì a pochi mesi li portò al matrimonio, un'esperienza di vita e di lavoro comune di cui la Lamieri ben racconta nel diario personale conservato tra le carte del marito.
Grazie al confronto quotidiano con la moglie, Neyroz poté elaborare un vero e proprio metodo di insegnamento che, dopo l'esperienza maturata a Bertalia, lo convinse a iniziare un'avventura autonoma. Nel 1911 lasciò dunque l'istituto dove dal 1908 era stato anche direttore, succedendo a Ferrari per istituire con la moglie a Bologna, fuori Porta d'Azeglio, la Scuola autonoma Neyroz per fanciulli nervosi e anormali, che si ingrandì nel 1914 trasferendo i suoi locali a Ravone di Casaglia, presso Villa S. Anna. Il metodo speciale d'insegnamento, basato su un ricchissimo materiale didattico, utilizzava abbecedari tematici e alfabetici, disegni e giochi logici per esercizi psichici e fisici, oltre a una serie di fascicoli nei quali erano trattate le varie materie della didattica (dalla lettura alla logica, dalla matematica all'educazione fisica).
Anni intensi di lavoro interrotti dalla tragedia della Grande guerra. Al primo conflitto mondiale, infatti, Neyroz partecipò prestando più volte servizio medico in prima linea.
Morì a Bologna nella notte tra il 4 e il 5 novembre 1927, a causa di problemi respiratori aggravati dalla lunga permanenza al fronte.

Marica Setaro
08/12/2009

Bibliografia

Babini, V. (1996). La questione dei frenastenici. Alle origini della psicologia scientifica in Italia (1870-1910). Milano: FrancoAngeli.
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