L’archivio di Filippo Lussana

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Soggetto produttore

Le carte del medico e fisiologo Filippo Lussana sono conservate presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, alla quale sono pervenute tra il 1929 e il 1930, per dono del figlio Felice. L’acquisizione delle carte da parte della Biblioteca è annotata sul Registro d’entrata n. 22 dell’anno 1930 ai numeri 1265-1300, 1450-1468, 1471-1472.
L’anno prima Felice Lussana aveva già fatto dono alla Biblioteca, come risulta dal Registro n. 21 del 1929, di varie opere scientifiche del padre.
La consapevolezza dell’importanza scientifica del lascito intellettuale di Lussana era maturata probabilmente in quegli anni: tra il 1923 e il 1925 si erano tenute a Bergamo varie manifestazioni destinate a ricordarne l’attività e il pensiero, mentre proprio nel 1929, per la prima Esposizione nazionale di storia della scienza di Firenze lo stesso Felice Lussana mise a disposizione le seguenti pubblicazioni e i seguenti manoscritti del padre: Fisiologia umana applicata alla medicina, Padova 1879-1881; Lezioni di frenologia, Parma 1864; Circumvolutionum cerebralium anatomes humana et comparata quam ex vero XXXIV tabulis exaravit, Patavii 1886; Opuscoli medici, Milano 1850; Organologia cerebrale o Trattato delle funzioni del cervello; un testo manoscritto con disegni a colori sui funghi; Opuscoli di fisiologia, raccolta rilegata. Oltre a queste sue opere venne pure inviato a Firenze, prelevata da uno dei faldoni della raccolta documentale, l’orazione funebre: Nel trigesimo dalla morte del prof. comm. Filippo Lussana, Padova 1898.
I rapporti tra i due Lussana, Filippo e Felice, e la Biblioteca di Bergamo datavano da lungo tempo. Filippo aveva intrattenuto costanti relazioni con l’Istituto bergamasco, al quale soleva inviare copia delle sue pubblicazioni con dedica autografa, tra cui ad esempio la Fisiologia dei centri nervosi encefalici nel 1871. A Felice Lussana il Bollettino della Civica Biblioteca nel 1907 aveva dato notizia dell’edizione in facsimile, da questi curata, di due autografi inediti di Gaetano Donizetti e di Silvio Pellico; nella segnalazione si auspicava che il curatore rendesse di pubblico dominio anche le poesie inedite del padre Filippo, e le lettere, pure inedite, di Nicolò Tommaseo da lui possedute.
Le carte di Filippo Lussana sono attualmente conservate in otto cartelle, di cartone rigido ricoperto di carta radicata bruna, rinforzate al dorso con tela grigia e fornite di tre legacci di stoffa verde. L’originaria costituzione delle cartelle è da attribuirsi allo stesso medico bergamasco, autore della documentazione e collettore dei materiali a stampa, raccolti per lo più per argomento. Il figlio Felice unì a questa documentazione materiali posteriori alla morte del padre, quali necrologi e articoli che parlano di lui, e carte del figlio Filippo junior (1880-1914), anch’egli fisiologo.
Nelle otto cartelle, a loro volta articolate in fascicoli, sono presenti materiali di diversa tipologia, per lo più raccolti per argomenti di studio o di lavoro: manoscritti preparatori di articoli e saggi, note e minute, disegni, lettere, ritagli di giornale, estratti di riviste e opuscoli a stampa, fotografie.
Nell’ultima cartella sono presenti carte che si riferiscono a Filippo junior, figlio di Felice Lussana.
Le camicie dei fascicoli recano titoli apposti da mani diverse. Il primo e originario ordinamento è quello dato da Filippo Lussana, la cui mano, che si serve di inchiostro nero, intitola molti fascicoli delle prime tre cartelle, quelle in cui sono raggruppati prevalentemente materiali trattatistici delle discipline mediche e fisiologiche. I fascicoli in esse contenute riprendono nei titoli, quasi alla lettera, i vari capitoli della sua pubblicazione Fisiologia umana applicata alla medicina, edita in quattro volumi a Padova negli anni 1879-1881. Ciascun fascicolo è composto secondo uno schema che pare comune a tutti: pagine a stampa della citata pubblicazione relative al tema del fascicolo (es. Modificazione sangue, cartella 2.3), che recano correzioni e aggiunte di mano di Filippo Lussana, forse in vista di una riedizione del testo mai avvenuta; seguono poi schizzi, annotazioni, ritagli di giornali scientifici (anche francesi e tedeschi), lettere di medici e fisiologi corrispondenti di Lussana, materiali tutti strettamente coerenti con il tema del fascicolo. Per la conoscenza della metodologia di studio e di ricerca del fisiologo, del suo sistema di analisi e comparazione delle fonti, queste prime tre cartelle sono testimonianze significative.
I titoli di altri fascicoli sono di Felice Lussana, che si serve di matite colorate rosse e blu; si tratta prevalentemente di fascicoli di contenuto biografico.
La terza mano, calligrafica, dal tratto sottile, è quella del bibliotecario che ha redatto le schede di catalogo poi inserite nel Catalogo generale delle opere a stampa, dove ancora oggi si trovano sotto l’intestazione “Lussana Filippo”. La mano del bibliotecario è anche quella che ha applicato al dorso di ciascuna cartella un titolo indicativo del contenuto.
I fascicoli ripropongono i temi di studio e d’interesse del medico fisiologo, di cui si riportano di seguito i principali.
Studi sull’encefalo (faldone 1). Uno degli ambiti di ricerca per i quali Lussana è ricordato è la neurofisiologia, in particolare i suoi studi sulle funzioni del cervelletto come organo di coordinamento dei movimenti e quelli relativi ai nervi del gusto. Lussana fu un apprezzato professore di fisiologia nelle Università di Parma dal 1860 al 1867 e di Padova dal 1867 al 1889; anche la sua produzione di testi per la didattica fu rilevante e i suoi manuali ebbero grande diffusione.
La pellagra e l’alimentazione (faldoni 3-4). Nel corso dell’Ottocento la pellagra dilagò nelle campagne bergamasche come una vera e propria epidemia. L’insufficiente alimentazione, unita alla fatica fisica, furono considerate anche da Lussana tra le cause principali del morbo. Insorta per un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali conseguente a quello dei patti agrari, che costrinsero la popolazione contadina e povera a nutrirsi quasi esclusivamente di mais, la malattia evolveva da un primo stadio caratterizzato da dermatite, ad un secondo stadio il cui sintomo prevalente era la diarrea che, se non curata, portava alla demenza. Per questo fu definita anche la malattia delle tre D, e molti pellagrosi, nel corso dell’Ottocento, finirono in manicomio dove in buon numero morirono. Dovendo curare i pellagrosi delle condotte di San Pellegrino, Mologno e Gandino, Lussana studiò l’epidemia: i risultati delle sue ricerche e delle sue osservazioni furono riportati in varie monografie, di cui quella pubblicata nel 1854 fu premiata dalla Società Medico-Chirurgica di Bologna e quella scritta con Carlo Frua nel 1856 vinse il premio della Fondazione Cagnola di Milano.
L’’“audizione colorata”: i sensi e le loro relazioni (faldone 3). Lussana studiò la relazione fra colore e suono, un tema che appassionerà molto i simbolisti. Affrontò il tema su basi scientifiche, indagando e scrivendo sui possibili rapporti matematici che sussistono fra le vibrazioni sonore e le vibrazioni dei colori: l’armonia dei colori ha corrispondenze, secondo le sue analisi, con l’armonia della gamma dei suoni. Fu tra i primi che cercarono di spiegare il fenomeno per cui una percezione di determinati stimoli si accompagna a quella di un’altra modalità sensoriale (sinestesia), studiandolo relativamente al rapporto fra colore e suono. Tra le sue carte sono conservati pregevoli schemi acquerellati che mostrano tali relazioni. I suoi studi si basavano sulle osservazioni dello scienziato inglese Isaac Newton, che suddivise lo spettro solare in sette intervalli, corrispondenti ai sette toni musicali.
I componimenti poetici e gli esercizi letterari (faldoni 5-6). La formazione giovanile, nutrita di rigorosi studi classici, contribuì a fare di Lussana uno scienziato umanista, secondo la più nobile tradizione avviata con il Rinascimento italiano. Si tratta, in buona parte, di composizioni frammentarie che rivelano un gusto prevalentemente romantico e una vocazione letteraria: fra le carte sono presenti epitalami, esercitazioni letterarie sul modello del Canzoniere petrarchesco, poesie d’occasione, taccuini con traduzioni da Virgilio, Lucano e Orazio e altri testi a stampa. Un particolare interesse riveste l’opera Una lezione fisiologica di Dante sulla generazione, pubblicata a Treviglio nel 1878 da Messaggi. Il testo fu letto personalmente da Lussana alla Reale Accademia di scienze, lettere e arti di Padova, il 20 maggio 1877. È dedicato al collega e amico Joseph Bergson dell’Università di Berlino, di cui esiste una fotografia con dedica autografa nel faldone 8. Lussana scrisse anche di temi sociali. L’etichetta sul dorso del faldone 5 reca scritto “Questioni d’attualità. Del pareggiamento universitario, Della pena di morte, Del pane, Della teoria dell’evoluzione”.
Maestri, colleghi e corrispondenti (faldoni 7-8). Fra i materiali dell’archivio Lussana sono conservate molte fotografie: alcune di famiglia, altre relative ai rapporti scientifici intrattenuti dal fisiologo cenatese. Si segnalano il ritratto del suo maestro a Pavia, l’anatomista Bartolomeo Panizza (1785- 1867); quelli di due esponenti dell’ambiente medico milanese, Giovanni Polli (1812-1880) e Gaetano Strambio junior (1820-1905). Tra i rapporti scientifici con altri fisiologi del tempo si segnalano quelli con i colleghi delle università italiane, come Moritz Schiff (1823-1896); con i rappresentanti delle più rinomate scuole europee, come Emil Du Bois-Reymond (1818-1896) e Joseph Bergson (1812-1902); con i colleghi di Facoltà, come lo zooiatra e medico parmense Alessio Lemoigne (1821-1900) e il chirurgo patavino Tito Vanzetti (1809-1888).
Inventario sommario dei fascicoli.

Flora Santorelli
13/12/2016
 

Bibliografia

Berbenni, G., & Lorusso, L. (a cura di) (2008). Filippo Lussana (1820-1897). Da Cenate alle neuroscienze. Atti dell’incontro di studio, Cenate di Sopra, 26 maggio 2007. Bergamo: Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo.
Pellegrini, E., & Stefanini, S. (1999). Filippo Lussana senior. La vita e le opere. Trescore Balneario.

E inoltre:
AA.VV. Filippo Lussana (1820-1897), medico e fisiologo nelle carte della biblioteca, nel sito del Liceo scientifico statale “Filippo Lussana” di Bergamo.
AA.VV. Storia della scuola, nel sito del nel sito del Liceo scientifico statale “Filippo Lussana” di Bergamo.
Bravi, G.O. (2009). Prolusione tenuta il 21 novembre 2009, in occasione della cerimonia di intitolazione a Filippo Lussana dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Bergamo.
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