Ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena

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La storia dell’Ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena risale al 1818. All’epoca 34 degenti ospitati in un edificio chiamato “Casa del Bigi”, che serviva come luogo di temporanea accoglienza per i pazienti delle province di Siena e Grosseto da inviare al Manicomio di Firenze, furono alloggiati presso il soppresso Convento di San Niccolò, adiacente a Porta Romana. L’istituto, di proprietà e gestione della Compagnia dei Disciplinati sotto le volte dell’Ospedale (poi Società di esecutori di pie disposizioni), ospitava anche gravide “occulte” e bambini tignosi e vide avvicendarsi alla direzione Giuseppe Lodoli, Gasparo Mazzi e Pietro Tommi, docente di chimica presso l’Università di Siena.
La struttura e le sorti del San Niccolò cambiarono drasticamente nel 1858, con la nomina a medico direttore prima, e a soprintendente poi, dello psichiatra Carlo Livi, che constatò la realtà di un edificio religioso riadattato e sovraffollato, basato su una rigida divisione cellulare dei pazienti, di fatto disattesa, e che non rispondeva più ai dettami della contemporanea scienza psichiatrica. Livi rivoluzionò la vita all’interno dell’istituto, dividendo i pazienti per sesso e malattia e imponendo una rigida disciplina, basata su una forte autorità medica e improntata ai valori della cura morale, che prevedeva il lavoro dei pazienti nelle attività agricole e in quelle di sparteria per gli uomini, di filatura e tessitura per le donne, ma anche attività ricreative. Introdusse l’utilizzo delle cartelle cliniche, promosse l’assunzione di aiuti medici, rivendicò la direzione sanitaria dell’istituto da parte del medico soprintendente, istituì una biblioteca scientifica e auspicò la creazione di una Clinica delle malattie mentali che elevasse il manicomio a centro di studio e di ricerca. Si tratta di un periodo di grande crescita della struttura, che dai 159 pazienti ospitati nel 1858 arrivò agli oltre 800 del 1873, per raggiungere a fine anni Settanta il migliaio. Vennero inoltre gradualmente allontanati, con la specializzazione dell’istituto, gravide “occulte” e malati tignosi. Nel 1873 Livi abbandonò Siena e il manicomio, a causa dei crescenti contrasti con l’amministrazione, proprio durante i primi anni di costruzione dei nuovi edifici progettati dall’architetto romano Francesco Azzurri (sebbene con significative differenze rispetto all’idea iniziale di un manicomio villaggio a piccoli padiglioni), che fece dell’istituto un modello per la costruzione di molti altri manicomi italiani.
Fra il 1870 e la metà del XX secolo il San Niccolò – che fino ai primi anni del Novecento ospitò anche i pazienti provenienti dalle province toscane di Livorno, Pisa, Arezzo e Grosseto per supplire all’insufficienza degli spazi del Manicomio San Bonifazio di Firenze, e in seguito offrirà il servizio anche ad altre provincie italiane – fu un cantiere aperto. Arrivò ad ospitare, fra gli anni ’50 e gli anni ’60, fino a 2000 pazienti e fu quasi interamente costruito all’interno delle mura cittadine, sfruttando gli spazi aperti e non edificati dietro al convento della Valle di Porta Giustizia. Oltre all’enorme edificio centrale, il villaggio si arricchì nel corso degli anni di lavanderie, asilo per malati cronici, reparti per agitati – fra cui il singolare Padiglione Conolly, strutturato sul modello di un panopticon –, infermerie, stanze anatomiche, officine per le lavorazioni dei pazienti uomini e donne, colonia agricola, farmacia, reparti per epilettici e per bambini idioti, ville di salute appartate per i pazienti paganti. Fino al 1907 l’istituto venne diretto da due allievi di Livi, Ugo Palmerini e poi, per un trentennio, Paolo Funaioli. A quest’ultimo si deve la nascita, auspicata fin dai tempi di Livi, della Clinica delle malattie mentali, che contribuì nel 1887 al pareggiamento a primaria dell’Università senese e al completamento dell’ultimo biennio di studi della Facoltà medica, in precedenza effettuato a Firenze. Inoltre, Funaioli affrontò il problema del sovraffollamento, oramai riscontrato in molti istituti italiani, facendo riadattare il vecchio Convento dei Servi di Maria per realizzare un asilo per pazienti cronici che riducesse le spese a carico delle province.
 Antonio D’Ormea, direttore dal 1909 al 1952, fu il primo a non esercitare la doppia funzione di soprintendente del manicomio e di docente, ruolo inizialmente ricoperto da Onofrio Fragnito. La Clinica neuropatologica si spostò all’Ospedale civile di Santa Maria della Scala, pur conservando alcune stanze al San Niccolò. D’Ormea fondò tuttavia la rivista Rassegna di studi psichiatrici che, andando a sostituire la vecchia Cronaca del manicomio, divenne l’organo divulgativo a carattere scientifico dell’istituto e della cattedra universitaria. Promosse inoltre la creazione dell’Istituto medico psico-pedagogico per bambini, attrezzato come scuola, del Consultorio di igiene mentale, aperto a tutti, e una riorganizzazione complessiva dell’ospedale psichiatrico.
Poco si sa della storia del San Niccolò dopo la metà del Novecento. Scarsa influenza ebbe nel grande istituto il movimento basagliano e solo nel 1977 venne creato un reparto pilota all’interno del villaggio, il Montemaggio, attivo fino al 1989, che sperimentò nuove tecniche di aggregazione e cura dei pazienti. Il manicomio, passato alla proprietà dell’USL locale in seguito alla legge 180, venne dismesso, dopo un lunghissimo periodo di smantellamento, soltanto nel 1999. Oggi il villaggio accoglie una molteplicità di istituzioni e funzioni, fra cui Università, ASL, una cooperativa e un’associazione culturale.
 
Martina Starnini
30/12/2015
 

Bibliografia

Civitelli, G. & Ticci, F. (2011). Noi c’eravamo. Storie e personaggi dal manicomio di Siena. Siena: Edizioni Cantagalli.
D’Ormea, A. (1935). L’Ospedale Psichiatrico di S. Niccolò in Siena della Società di Esecutori di Pie Disposizioni (1818-1934). Siena: Stabilimento arti grafiche S. Bernardino.
Starnini, M.  (2014). Follie separate. Genere e internamento manicomiale al San Niccolò di Siena nella seconda metà dell’Ottocento, Pisa: PUP.
Vannozzi, F. (a cura di) (2007). San Niccolò di Siena. Storia di un villaggio manicomiale. Milano: Mazzotta.

Fonti archivistiche

Archivio dell’Ospedale psichiatrico San Niccolò, Siena, ALS 7.
Archivio storico della Società di esecutori di pie disposizioni, Via Roma 50, Siena.
Biblioteca scientifica dell’ex Ospedale psichiatrico di San Niccolò, Biblioteca di area medico farmaco biologica, Sede Le Scotte, Viale Bracci, Siena.

Fonte iconografica

Società di esecutori di pie disposizioni in Siena (1891). Manicomio di San Niccolò. Siena.
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