L’archivio di Dina Vallino

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Soggetto produttore

L’Archivio Dina Vallino, di proprietà della famiglia, è conservato a Milano presso la sede dell’Associazione scientifico culturale Dina Vallino ed è costituito dalla documentazione prodotta dalla psicoanalista cagliaritana nell’arco della sua attività professionale, durata più di quarant’anni.
Si tratta di un consistente fondo documentario formato da più di 800 fascicoli, per un totale di 10 metri lineari di carte distribuiti in 62 faldoni. Compreso in un arco cronologico che va dalla fine degli anni Sessanta fino al 2014 con poche lacune, conserva alcuni importanti antecedenti relativi alla sua formazione universitaria e di specializzazione, nonché pochi susseguenti rappresentati da una pubblicazione postuma e dall’indice dei documenti informatici trovati nel suo personal computer.
Attualmente si è concluso l’intervento di riordino delle carte promosso dalla famiglia e dall’Associazione scientifico-culturale Dina Vallino, ed è in corso la pubblicazione dell’inventario, consultabile online.
Il lavoro archivistico è consistito inizialmente nella non facile selezione delle carte personali da quelle prodotte dalla psicoanalista durante il suo lavoro con i pazienti, la lunga attività di studio e ricerca a partire dagli anni della formazione fino alle ultime pubblicazioni scientifiche, l’impegno profuso nell’insegnamento e nella supervisione come didatta della Società psicoanalitica italiana al Centro milanese di psicoanalisi.
Le carte costituiscono un fondo organico con poche soluzioni di continuità cronologica e rappresentano un bell’esempio di archivio professionale, sia per il livello di approfondimento che per la varietà degli argomenti trattati.
Il fondo documentario è stato riordinato e organizzato a posteriori tenendo conto delle relazioni e aggregazioni originarie date dalla Vallino; si struttura in quattro grandi sezioni (“Lavoro clinico”, “Attività scientifica”, “Supervisione e insegnamento”, “Formazione professionale”), a loro volta sottoarticolate secondo la naturale sedimentazione delle carte per funzione e cronologia.
Il contenuto, dal punto di vista tipologico, è vario e caratteristico di un archivio personale, seppur prodotto durante un’attività professionale: scritti senza datazione certa, materiale “grigio”, disegni dei pazienti, registrazioni e commenti, fotocopie appuntate, note a margine, commenti e riflessioni, ma si conservano anche fascicoli completi e strutturati, soprattutto per quanto riguarda l’attività di insegnamento, la partecipazione a convegni, la serie delle pubblicazioni. Di particolare importanza la presenza di numerose bozze preparatorie ai propri scritti, testimonianti il processo di affinamento e rielaborazione del pensiero prima di consegnarlo alla scrittura.
Le carte ben testimoniano il modo di lavorare di Dina Vallino, la sua cura e serietà nello studio e nell’attività di analisi, il suo bisogno di “fermarsi” a posteriori attraverso la scrittura sul pensiero proprio, dei pazienti e dei colleghi; è nato così un archivio “polifonico”, che conserva la raccolta dei Quaderni dei sogni come le conversazioni più significative con i pazienti e le loro famiglie nella Consultazione partecipata, riflessioni e memorie del lavoro di gruppo e di osservazione, marginalia a scritti e pubblicazioni di maestri e colleghi, numerosi protocolli di Infant Observation, fitte redazioni di testi, in parte destinati alla pubblicazione, in collaborazione e scambio con altri, soprattutto con Marco Macciò, compagno di vita e di studio per oltre cinquant’anni.
La documentazione è consultabile per motivi di studio e ricerca, fatta salva la tutela dei dati contenuti ai sensi della normativa sulla privacy e previa richiesta via mail all’indirizzo archivio@associazionedinavallino.it.
 
Mariasilvia Cortelazzi e Lorenzo Rocca
06/12/2017

Bibliografia

L’Archivio Dina Vallino, sito web dell’Associazione scientifico-culturale Dina Vallino.
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