Lettera di Edoardo Weiss a Paul Federn, 26 febbraio 1929

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(Archivio Weiss, Corrispondenza generale, Lettere di Weiss, Federn Paul)
Traduzione di Giulia La Mattina, revisione e commento di Rita Corsa
 
Dott. EDOARDO WEISS

Trieste, 26.2.1929

Egregio signor Dottore!
La sua cordiale lettera mi ha fatto molto piacere. Vorrei partecipare anche questa volta al congresso [1], benché ciò rappresenti per me un grande sacrificio.
Via mare sarà certo troppo complicato, perché non abbiamo alcun collegamento navale diretto con l'Inghilterra eventualmente dovrei viaggiare via Genova, ma non credo che risparmierei molto. Riuscire a risparmiare sul viaggio mi sarebbe tuttavia davvero gradito. Non ho intenzione di tenere un intervento, però scriverei molto volentieri un saggio per il numero in onore di Jones [2]. Purtroppo non ho ricevuto notizie in proposito. C'è ancora tempo? Entro quale scadenza dovrei mandarlo a Radó [3]? Per iscriversi al congresso bisogna mettersi in contatto con Eitingon [4]? (o altrimenti con chi?)
Egregio dottore, La prego di essere così gentile da rispondere a queste mie domande.
In questo periodo ho pensato di annotare per iscritto le mie nuove esperienze su un caso di melanconia che ho analizzato. Ma lo farò in un secondo momento e per prima cosa scriverò il saggio per Jones.
Per quanto mi riguarda ci sono molte novità: 1) ora sono esclusivamente un libero professionista perché ho lasciato il mio impiego in manicomio. Per la mia nomina a primario mi è stata posta la condizione di cambiare il mio cognome (dato che ho un cognome tedesco). A quel punto ho preferito presentare le mie dimissioni. 2) Due mesi fa mia moglie mi ha regalato il mio secondo maschietto (un gran bel bambino).
Per quanto riguarda il mio studio privato, ho molte ore di analisi e poco guadagno. Mi piacerebbe molto trasferirmi all'estero. Provo anche una nostalgia struggente [Sehnsucht (Heimweh)] per Vienna; qui mi sento solo e di tanto in tanto mi assale la noia di vivere. Nessuna possibilità culturale, nessuna conoscenza, nessuna persona interessante. È terribile. Con Simonis [5] non ho più rapporti non lo vedo da oltre due anni. È certo una persona gentile, ma oltremodo semplice, autistica [autistisch], ordinaria, avida, immorale, egoista. Negli ultimi tempi mi è sembrato estremamente [parola illeggibile].
Con i più cordiali saluti, suo E. Weiss
 
[1] Si trattava del XI Congresso internazionale di psicoanalisi, che si tenne ad Oxford dal 27 al 31 luglio 1929. Le divergenti opinioni sul problema dell'analisi condotta da non medici, tema centrale del Congresso, condussero a gravi frizioni all'interno della Società. Edoardo Weiss, presente ad Oxford, pubblicò un dettagliato resoconto dei lavori congressuali sulla Rivista di Levi-Bianchini (L'XI Congresso psicoanalitico internazionale. Archivio generale di neurologia, psichiatria e psicoanalisi, 10, 1929, pp. 308-315).
[2] Edoardo Weiss alludeva, probabilmente, ai numeri dell'Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse (1929, 15, 2-3) dedicati a Ernst Jones (il principale organizzatore del Congresso di Oxford) in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Lo psicoanalista triestino non riuscì a realizzare il proposito di pubblicare un suo saggio. Ernst Jones (1879-1958) fu uno dei primi, fedelissimi, discepoli di Sigmund Freud. Fu lui a propagandare la psicoanalisi in America negli anni in cui insegnò neuropsichiatria all'Università di Toronto (1908-1913) e, al suo rientro in Inghilterra, a fondare dapprima la Società psicoanalitica britannica (1919) di cui fu presidente sino al 1944 e, successivamente, l'International Journal of Psychoanalysis (1920) e l'International Psychonalytical Librery (1921). La fama di Jones è strettamente legata alla sua monumentale biografia di Freud.
[3] Sándor Radó (1890-1972), medico ungherese, fu uno dei pionieri della psicoanalisi europea. Insieme all'amico e collega Sándor Ferenczi fu tra i fondatori della Società psicoanalitica ungherese. Nel 1923 si trasferì a Berlino e, nel 1924, Freud gli affidò la direzione dell'Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse e, nel 1927, quella di Imago. Nel 1931 emigrò negli Stati Uniti, dove istituì il primo istituto psicoanalitico accademico, presso la Columbia University. Nel 1929 Weiss pubblicò sull'Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse la recensione Aus der psychiatrisch-neurologischen Literatur: Tissi "La psicanalisi" (15, 4, p. 550).
[4] Max Eitingon, nato in Russia da una ricca famiglia ebraica, fu uno dei primi psicoanalisti ammesso al celebre "Comitato", istituito segretamente nel 1912 da Ferenczi, Sachs, Abraham, Jones e Sigmund Freud. Scopo del "Cerchio magico" (o "Comitato segreto") era quello di accogliere gli uomini migliori e più fidati per diffondere e per difendere dai detrattori il movimento psicoanalitico. Nel 1920 Eitingon si trasferì a Berlino, dove costituì una clinica psicoanalitica e un istituto finanziario, tramite cui sovvenzionò svariate iniziative freudiane. Nel 1933, a causa delle persecuzioni naziste, si rifugiò in Palestina, dove creò la locale Società psicoanalitica, che diresse sino alla morte (1943). Eitingon presiedette il Congresso di Oxford nel luglio 1929.
[5] Giulio Simonis, Federico Levi ed Edoardo Weiss furono gli unici medici triestini ad aver seguito le lezioni di Sigmund Freud all'Università di Vienna. Negli anni viennesi, Simonis fece anche una breve analisi con Paul Federn. Amico quasi fraterno di Weiss sin dal liceo, era il solo tra gli intimi di Weiss a non essere di origine ebraica. Divenne un medico di talento, ma con scarsa attitudine alla pratica psichiatrica: si dedicò alla chirurgia e ad altre branche specialistiche, rendendosi oltremodo benemerito nella Trieste tra le due guerre.
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