Archivio Edoardo Weiss

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Soggetto produttore

Inventario a cura di Giovanna Pavanello

L’archivio di Edoardo Weiss (Edoardo Weiss Papers) è conservato dagli anni 1972-73 presso la Library of Congress di Washington (Manuscript Division), che ha gentilmente autorizzato l’Aspi – Archivio storico della psicologia italiana a digitalizzarlo, a realizzarne un inventario analitico virtuale in italiano e a renderlo disponibile online sul presente portale. Questa collaborazione è stata resa possibile grazie all’impegno di Guido Weiss e al prezioso lavoro di acquisizione fotografica di Ian Verstegen e Jennifer Wilkinson.
Le carte furono donate alla Library of Congress dai figli di Weiss, Emilio e Guido, dopo la morte dello psicoanalista, avvenuta a Chicago nel 1970. Nel 1939, a causa delle leggi razziali, Weiss era emigrato con la famiglia negli Stati Uniti, destino comune a molti colleghi psicoanalisti. Tra questi vi era anche Paul Federn, analista di Weiss a Vienna, suo maestro e principale interlocutore sui temi della psicoanalisi, come dimostra l’imponente carteggio presente nell’archivio. Weiss e Federn si scambiarono centinaia di lettere, di notevole interesse scientifico, alcune delle quali donate alla Library of Congress dal figlio dello stesso Federn, Ernst.
Nell’inventariazione analitica italiana delle carte di Weiss è stata rispettata la struttura dell’inventario sommario realizzato dalla biblioteca americana, onde rendere facilmente reperibili gli originali a chi volesse consultarli in loco. Alla struttura originaria è stata però aggiunta una “Appendice”, costituita da alcune carte originali di Weiss rinvenute a Trieste, nell’archivio della storica della psicoanalisi Anna Maria Accerboni, alla quale erano state donate dal figlio dello stesso Weiss, Emilio.
I documenti presenti nell’archivio Weiss coprono un arco cronologico compreso tra il 1913 e il 1970 e sono dunque organizzati complessivamente in tre partizioni: “Corrispondenza generale”, “Scritti e discorsi”, e la già citata “Appendice”. Le carte sono prevalentemente in lingua inglese e tedesca, ma non mancano documenti in italiano e in francese. Nella versione attuale dell’inventario non è stato possibile inserire tutti i regesti delle lettere e dei documenti in tedesco, per i quali è presente soltanto una descrizione sommaria.

Estremi cronologici

1913 – 1970

Consistenza

156 unità archivistiche
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