Archivio Gabriele Buccola

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Soggetto produttore

Inventario a cura di Silvana Miceli e Vincenzo Catania

L’archivio di Gabriele Buccola è conservato presso la Biblioteca comunale di Palermo, che ha cortesemente autorizzato il Dipartimento di psicologia dell’Università degli studi di Palermo a digitalizzarne i documenti e a realizzarne un inventario analitico virtuale, consentendone la pubblicazione online sul portale del Centro Aspi – Archivio storico della psicologia italiana. Il progetto è stato realizzato nell’ambito di un finanziamento Firb in collaborazione con il Centro Aspi.
La digitalizzazione dell’intero fondo è stata svolta dall’Archivio di Stato di Palermo, struttura dotata di apparecchiature in grado di preservare l’integrità dei documenti nel processo di acquisizione delle immagini.
Dopo la morte di Buccola, avvenuta il 5 marzo 1885, l’archivio fu conservato prima dal fratello Paolo e successivamente dalla nipote Antonina Buccola, che nel 1936 lo donò alla Biblioteca comunale su consiglio dello storico e letterato Francesco Guardione. A partire dal 1896, a undici anni dalla morte del giovane Buccola, Guardione iniziò l’attività di riordino dei carteggi, assistito a causa dei suoi problemi di vista dalla fedele Pierina Muzio. Nel 1935 lo storico terminò il lavoro, realizzando gli otto volumi (“le lodate lettere”) che costituiscono ancora oggi il fondo Buccola.
A giudizio dello storico, “l’insieme di queste scritture sarà reputato degno di far credere che Gabriele Buccola dai quindici anni ai trenta meditò largamente sui problemi inesplorati della scienza e che, non colpito da morte, pochi mesi dopo avrebbe arricchito il sapere, che da più secoli rimaneva tenebroso”. Purtroppo, però, Guardione incollò lettere all’interno dei volumi, quasi sempre accompagnandole con le relative buste. Se dunque la loro conservazione e consultazione risulta particolarmente delicata, il lavoro di digitalizzazione svolto nell’ambito del presente progetto ha permesso di ridurre al minimo il ricorso alle copie originali da parte degli studiosi.
Gli otto volumi dell’archivio conservano 549 lettere e un piccolo nucleo di documenti sciolti. Il carteggio attesta una corrispondenza pregevole e di elevato valore scientifico, intercorsa negli anni 1874-1885 tra il giovane Buccola e i più rappresentativi studiosi italiani e stranieri, anche se si compone, quasi esclusivamente, di missive inviate a Buccola, mentre scarse risultano le lettere scritte dallo studioso.
Si segnalano in particolare, per ricchezza dei carteggi, le lettere degli psichiatri Emil Kraepelin, Cesare Lombroso, Enrico Morselli, Giuseppe Seppilli, Arrigo Tamassia e Augusto Tamburini; del naturalista Giovanni Canestrini; dell’antropologo Giuseppe Sergi; dei fisiologi Giulio Fano, Alessandro Herzen, Angelo Mosso e Maximilian von Vintschgau; del neurologo Heinrich Obersteiner; dei pedagogisti Andrea Angiulli, Fausto Saverio De Dominicis e Pietro Siciliani; dei filosofi Roberto Ardigò e Gaetano Trezza; dello storico Karl Julius Beloch; dei medici Guido Bordoni Uffreduzzi, Vincenzo Cervello, Cesare Federici e Liborio Giuffrè. Sono presenti inoltre brevi carteggi con altri celebri studiosi, tra i quali Francis Galton, Richard von Krafft Ebing, Paolo Mantegazza, Thèodule Ribot, Heinrich Schüle, Andrea Verga, Tito Vignoli.
Il riordino virtuale effettuato per il presente progetto ha consentito di descrivere le carte in modo analitico e di organizzarle in due partizioni: “Carteggio” e “Documenti”. La prima, a sua volta suddivisa nelle tre serie “Lettere a Buccola”, “Lettere di Buccola e “Lettere di altri ad altri”, si compone complessivamente di 84 unità archivistiche, organizzate in ordine alfabetico per mittente. Nella partizione “Documenti”, composta da 12 unità archivistiche, sono stati invece descritti i materiali che si trovavano in parte in una busta e in parte tra le pagine dei volumi. Si tratta prevalentemente di appunti di Buccola utilizzati per i suoi studi e le sue ricerche.

 

Estremi cronologici

1871 – 1885

Consistenza

8 volumi
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