Clinica per malattie nervose Villa Fiorita in Brugherio

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La prima casa di cura “Villa Fiorita” fu realizzata nel 1924 a Milano, nel quartiere di Affori, dalla Provincia, inizialmente intenzionata ad adibirla a succursale dell’Ospedale psichiatrico di Mombello. Per ragioni di ordine economico, tuttavia, decise poi di affidarne la gestione a una società privata, che la mantenne fino al 1939, quando l’edificio tornò sotto la gestione provinciale e fu adibito, come nelle intenzioni iniziali, a ospedale psichiatrico pubblico (il futuro “Paolo Pini”).
La casa di cura privata si trasferì allora a Brugherio, cittadina della provincia milanese che contava poco più di 10.000 abitanti e si insediò nella centralissima Villa Cornalia-Noseda-Bertani, dopo una lunga trattativa tra la famiglia Bertani, proprietaria di un lanificio in città, e il ragionier Ruggero Bogani, futuro amministratore della clinica stessa.
La clinica aprì con Decreto del prefetto provinciale di Milano del 17 settembre 1940, che autorizzò “l’esercizio della casa di cura per malati nervosi, con esclusione di malati di forme infettive e malati di forme mentali” sotto la direzione dello psichiatra Alfredo Dufour, al quale successero in seguito Piero Gonzales (già direttore della Villa Fiorita di Affori) e Virginio Porta. Molto poco si sa tuttavia, allo stato attuale delle ricerche, sul personale sanitario che si avvicendò nella villa. Sappiamo solo che tra i medici primari vi furono Amos Chiabov, Olga Rossi e Isaia Prizzi, e che nei primi anni Cinquanta vi lavorarono, con Virginio Porta, gli psichiatri Edoardo Balduzzi, Dario De Martis ed Evardo Codelupi, e le psicoterapeute Berta Neumann e Mara Palazzoli Selvini.
Tra le terapie praticate si annoveravano cure di disintossicazione, cura del sonno, idroterapia, marconiterapia e anche cure all’epoca purtroppo molto diffuse come l’elettroshock e lo shock insulinico.
Varcato l’ingresso al piano terra, si trovavano le sale di loisir per i pazienti. Qui erano sistemate la Sala biliardo con divanetti e poltrone, riconoscibile dal pavimento a scacchi bianchi e neri ancor oggi conservato, la Saletta con camino e pianoforte e la Sala da pranzo. La cucina, il magazzino, le stanze adibite a lavanderia e la cella frigorifera completavano la parte occidentale della villa storica. La struttura era dotata di tutti gli impianti necessari a garantire l’igiene e la salute dei pazienti: riscaldamento centralizzato, centralina elettrica, linea telefonica, servizi igienici per ogni camera con acqua calda e fredda.
La casa di cura adattò le sue esigenze alla configurazione della struttura esistente. Al piano inferiore la parte centrale era dedicata ai servizi e alle sale comuni, mentre le porzioni laterali ospitavano le camere dei pazienti. Al piano superiore, per l’intero sviluppo della pianta dominava un lungo corridoio la cui funzione era quella di avere una facile sorveglianza su tutte le camere.
Il complesso era dotato di una trentina di camere, una delle quali ospitò dall’ottobre 1948 alla fine del 1954 circa il pittore ferrarese Filippo De Pisis, il quale allestì il suo studio di pittura nella serra della villa. La maggior parte delle camere aveva un solo letto, poche facevano eccezione ospitandone due, perlopiù riservate a coloro che disponevano di una pensione ridotta o che soffrivano di disturbi psichici meno gravi. Tutte le camere, oltre a disporre di servizi privati, letto, armadio, comodino, tavolino e sedia, avevano l’affaccio verso l’esterno. Uomini e donne potevano avere camere vicine; esisteva però una divisione tra i pazienti meno gravi e quelli più gravi. I primi avevano le loro camere nel reparto aperto, quelli meno tranquilli nel reparto chiuso.
Dalla seconda metà degli anni ’60 circa, la carenza di pazienti ricoverati, unita ad una certa arretratezza nei servizi offerti, non più al passo con i tempi, fecero iniziare un progressivo declino, che portò alla chiusura della struttura nel 1974.
Attualmente la villa ospita la sede del Comune di Brugherio.

Patrizia Magni
31/01/2018 (aggiornamento della Redazione 14/01/2021)
 

Bibliografia

Magni, G., Tribuzio Zotti, L. (a cura di) (2016). Paolo Antonio De Petri curato di Brugherio. Descrizione della Terra e delle Cassine che compongono la Parocchia di Brugherio e notizie storiche intorno alle medesime (1794). Brugherio: Comune di Brugherio.
Magni P. (2016), Storia e riqualificazione dell'ex ospedale psichiatrico di Brugherio Villa Fiorita, tesi di laurea magistrale. Milano: Politecnico di Milano.

Fonti archivistiche

Archivio del Comune di Brugherio, Sezione Patrimonio.
Archivio de “il Cittadino” di Monza, edizioni di aprile 1940 e dicembre 1963.

Fonte iconografica

Archivio privato Carlo Caprotti, Carugate (immagini 6-8).
Aspi Archivio storico della psicologia italiana, Università di Milano-Bicocca, Archivio Arnaldo Pieraccini, b. 35, fasc. 12 (immagini 4-5).
Biblioteca Civica di Brugherio, Sezione di Storia Locale (immagini 1-3).
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