Gaetano Benedetti

Catania, 6 Luglio 1920 – Basilea (Svizzera), 2 Dicembre 2013
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Biografia

Maggiore di tre fratelli, il padre noto chirurgo e la madre donna profondamente religiosa, crebbe in casa istruito da una serie di precettori fino al ginnasio, maturando sia un solido profilo intellettuale che una importante capacità di introspezione e di empatia.
Laureatosi in medicina a Catania, il precoce e chiaro interesse per la psichiatria lo portò a lasciare la Sicilia e l’Italia subito dopo la laurea, recandosi a Zurigo per frequentare la Clinica psichiatrica diretta da Manfred Bleuler, il figlio di quell’Eugen Bleuler che nel 1911 aveva coniato il termine “schizofrenia”. L’ardire di Benedetti fu premiato con la simpatia che Manfred Bleuler sviluppò per lui, che vi coglieva l’atteggiamento umano, aperto e costruttivo che il padre stesso provava per i pazienti, cosa che permise a Benedetti di ben presto diventare un pioniere della psicoterapia della schizofrenia. Come tale, Bleuler non solo gli permise di trascorrere un congruo periodo di studio negli Stati Uniti (dove lavorò con John Rosen e conobbe Frieda Fromm-Reichmann e Silvano Arieti), ma anche di mettere insieme le pubblicazioni necessarie a diventare libero docente in neuropsichiatria (sia in Italia che in Svizzera).
Nel 1956 divenne quindi il successore dello psicoanalista Heinrich Meng sulla cattedra di igiene mentale della Clinica psichiatrica di Basilea, dove insegnò psicoterapia fino al suo pensionamento nel 1995.
Al 1956 risale anche l’organizzazione, a Losanna, insieme all’amico Christian Müller, del primo Simposio sulla psicoterapia della schizofrenia, da cui sarebbe nato un importante movimento internazionale (l’ISPS, International Society for the Psychotherapy of Schizophrenia), che nell’agosto 2017 teneva il suo XX Simposio a Liverpool. Uno dei più importanti di questi simposi fu in particolare il IX, organizzato a Torino da Benedetti stesso insieme allo psichiatra Pier Maria Furlan nell’agosto 1988, ancora nel pieno della fase ascendente della psichiatria territoriale italiana (vi si contarono ben 1.400 partecipanti).
Difatti, già dalla metà degli anni Cinquanta Benedetti aveva cominciato a intrattenere importanti contatti con il suo paese, l’Italia, potendo contare per esempio sulla stima di padre Agostino Gemelli. Proprio all’ambiente dell’Università Cattolica di Milano risale anche il contatto di Benedetti con due dei suoi più importanti allievi italiani, Pier Francesco Galli e Mara Palazzoli Selvini. Con il primo diresse la collana “Biblioteca di psicologia clinica e psichiatria” di Feltrinelli, essenziale per la formazione di chi da allora lavora in questo campo; la seconda, sua analizzanda e collaboratrice, sarebbe diventata negli anni Sessanta la più importante rappresentante di quella che possiamo chiamare la Scuola italiana di terapia familiare.
Con Benedetti Galli collaborò anche alla rivista Psicoterapia e scienze umane, da Galli stesso fondata nel 1967 e tuttora in attività, cosa che ha anche contribuito a renderla una delle riviste italiane più importanti di psicoterapia.
E fu proprio a Milano che Benedetti formò la maggior parte dei suoi allievi italiani, in qualità di supervisore individuale e di gruppo, attività che finì con lo svolgere – a partire dall’inizio degli anni Settanta – nell’ambito della Scuola di psicoterapia psicoanalitica (SPP), fondata da un gruppo di allievi suoi e di Johannes Cremerius. Da cittadino svizzero fortemente radicato in Italia e nel mondo, Benedetti continuò non solo a recarsi regolarmente a Milano, ma anche ad accettare inviti e a tenere relazioni in tutto il mondo. Alla sua attività di insegnamento presso la Clinica psichiatrica di Perugia risale invece l’inizio della collaborazione con il suo più importante allievo e collaboratore, Maurizio Peciccia.
Last but not least, autore di più di 600 pubblicazioni (depositate presso l’Istituto di psicoterapia analitica-esistenziale di Perugia), Benedetti continuò a scrivere sia in tedesco che in italiano, al punto che non tutti i suoi libri sono usciti in entrambe le lingue e che la conoscenza della sua opera complessiva ne richiede quindi la duplice padronanza. Per non parlare del fatto che un’opera fondamentale come Todeslanschaften der Seele [Paesaggi di morte dell’anima] del 1983, che ufficialmente rappresenta la versione tedesca di Alienazione e personazione nella psicoterapia della malattia mentale del 1980, ne differisce in più di una pagina.
Il suo pregio maggiore rimane comunque il suo carattere genuinamente internazionale, che ne fa un vero e proprio costruttore di ponti di dialogo e scambio non solo con i pazienti, ma anche con molti colleghi in tutto il mondo.
 
Marco Conci
08/01/2018

Bibliografia

Conci, M. (2008). Gaetano Benedetti in his correspondence. International forum of psychoanalysis, 17(2), 112-129.
Conci, M. (2014). Gaetano Benedetti, Johannes Cremerius, the Milan ASP, and the future of IFPS. International forum of psychoanalysis, 23(2), 85-95.
Conci, M. (2016). Postfazione (pp. 143-178). In M. Peciccia, I semi di psiche. Sogni, immagini, psicosi: una visione psicoanalitica evoluzionistica. Roma: Fioriti.

Fonte iconografica

Lecture University Münster, Germany, 1996. Mirkur Opera propria, CC BY-SA 4.0.
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