Giovanni Carlo Zapparoli

Omegna (Verbano-Cusio-Ossola), 13 Settembre 1924 – Camogli (Genova), 31 Luglio 2009
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Biografia

Figlio di Giovanni Zapparoli e di Lucia Anna Brigo, si laureò a pieni voti in medicina e chirurgia il 21 novembre 1949 all’Università di Pavia con l’anatomopatologo Alfonso Giordano, discutendo la tesi Su un caso di ulcera gastrica in corso di tubercolosi.   
Nel novembre 1950 iniziò a frequentare l’Istituto di psicologia dell’Università di Milano, diretto da Cesare Musatti presso la Facoltà di lettere e filosofia, dove ricoprì il ruolo di assistente (1952-1956) e di coadiutore alle esercitazioni (1956-1958). Qui lavorò al fianco degli allievi interni Franco Fornari, Renato Sigurtà e Franco Ferradini, portando avanti indagini di psicologia sperimentale, psicologia clinica e psicopatologia sperimentale.
Nel frattempo, attraverso Musatti, si legò a una schiera di giovani specialisti (Renato Sigurtà, Franco Ciprandi, Marcella Balconi, Maria Elvira Berrini, Franco Fornari, Tommaso Senise, Mariangela Barbieri, Pietro Veltri) interessati alla psicoanalisi da un punto di vista culturale e terapeutico. Con loro partecipò alle riunioni organizzate dal maestro a Milano, sul modello di quelle viennesi della Società psicoanalitica, dove si discutevano casi clinici, si leggevano e commentavano le opere di Freud e ci si confrontava su ipotesi teoriche.
Nel 1951 avviò con Musatti un’analisi didattica, terminata due anni dopo. Completò la preparazione in ambito psicoanalitico partecipando al Seminario di psicoanalisi interno all’Istituto e attraverso analisi di controllo con Nicola Perrotti.
Interessato ad approfondire il trattamento nel campo della psicopatologia grave, nell’ottobre 1952 varcò per la prima volta la soglia dell’Ospedale psichiatrico provinciale di Milano in Mombello, accompagnato da Musatti. Da quel momento iniziò a frequentare la struttura e a dialogare con i degenti all’interno del Laboratorio di psicologia, fondato nel 1912 da Giuseppe Corberi. Incoraggiato dai miglioramenti notati durante le sedute, si convinse che fosse possibile accostarsi con un trattamento integrato bio-psico-sociale anche ai pazienti psicotici.
Nello stesso tempo fu nominato consulente dell’Amministrazione provinciale di Milano, prima come responsabile del Laboratorio di psicologia dell’Ospedale psichiatrico “Paolo Pini”, poi, dal 1979, come direttore del Centro di psicologia clinica della Provincia di Milano. In tali strutture praticò la psicoanalisi istituzionale attraverso il cosiddetto “modello dell’integrazione funzionale”, promosse la formazione degli operatori, la ricerca nel campo della psicologia sperimentale (inizialmente in continuità con le indagini condotte da Musatti e da Agostino Gemelli) e il trattamento di pazienti adulti e minori attraverso la psicoterapia psicoanalitica e cognitiva, e dove necessario la farmacoterapia e l’assistenza. Attorno a lui si andò formando un gruppo di lavoro organizzato secondo il modello anglosassone e francese delle équipe, in cui collaboravano psichiatri, psicologi, psicoanalisti e infermieri, che svolse un ruolo di rilievo nel superamento degli ospedali psichiatrici, degli istituti medico-psico-pedagogici e delle scuole speciali.
Nel 1955 entrò a far parte, insieme a Franco Angelini, Benedetto Bartoleschi, Lydia Zaccaria Garinger, Maria Elvira Berrini, Franco Fornari, Pietro Veltri, Egon Molinari, Francesco Corrao, della redazione della Rivista di psicoanalisi, fondata in quell’anno e diretta da Musatti con Nicola Perrotti, Emilio Servadio e Alessandra Tomasi Di Palma.
Conseguita la libera docenza in psicologia nel 1958, iniziò a tenere corsi liberi presso la Facoltà di lettere e filosofia e presso la Scuola di specializzazione in psicologia dell’ateneo milanese. Nel 1963 partecipò al concorso bandito dall’Università di Messina per una cattedra in psicologia. Tre su cinque membri della commissione (composta da Cesare Musatti, Alberto Marzi, Giorgio Zunini, Angiola Massucco Costa e Leonardo Ancona) non lo ritennero idoneo, preferendogli Adriano Ossicini e Marcello Cesa-Bianchi. Lasciò quindi l’Università, continuando comunque a fare ricerca e a pubblicare.
Membro di società psicoanalitiche nazionali e internazionali, svolse funzioni di supervisione e coordinamento di programmi elaborati secondo il modello dell’integrazione funzionale.
A partire dal 1987 diresse la collana “Modelli di intervento psichiatrico” dell’editore Bollati Boringhieri e nel 1989 fondò con Maria Clotilde Gislon l’Iserdip (Istituto per lo studio e la ricerca sui disturbi psichici), della cui Scuola breve integrata fu responsabile scientifico e docente. Nel 2000 diede vita alle edizioni Dialogos.
La sua attività scientifica si basò sul metodo dell’osservazione clinica, mettendo a frutto anche le esperienze fatte sia negli istituti psichiatrici provinciali (soprattutto nel laboratorio del “Paolo Pini”) sia in ambito privato. Pubblicò su riviste scientifiche nazionali e internazionali, e le sue opere monografiche ebbero vasta notorietà, arricchendo e aggiornando i concetti teorici e le tecniche psicoterapeutiche per i pazienti affetti da gravi patologie psichiche.
 
Matteo Fiorani
04/12/2017
 

Bibliografia

Chiari, P. (a cura di) (2011). Breve Storia del Centro milanese di psicoanalisi. In SpiWeb
Chiari, P. (a cura di) (2016). La via milanese alla psicoanalisi. 50 anni di storia dai pionieri a oggi. Milano: Jaca book.
Gislon, M.C., & De Luca, G. (a cura di) (2012). Il centro di psicologia clinica Giancarlo Zapparoli e la saggezza clinica. Bergamo: Dialogos.
Reichmann, R. (2009). Psicopatologia grave: una guida alla comprensione e al trattamento di G.C. Zapparoli. Gli Argonauti. Rivista di psicoanalisi, 31(123), 367-374.
Relazione della Commissione giudicatrice del concorso per professore straordinario alla cattedra di psicologia dell’Università di Messina (1964). Bollettino ufficiale del Ministero della pubblica istruzione. Parte II. Atti di amministrazione, 91(6), 267-271.
Zapparoli, G.C. (a cura di) (1985). La psichiatria oggi. Proposta di un modello integrato di intervento terapeutico. Verona: Stimmgraf. [Poi Torino: Bollati Boringhieri, 1988].

Opere

(1955). Il contro transfert nell’interrogatorio psichiatrico. Rivista di psicoanalisi, 1(3), 51-61.
(1956). Il transfert negli schizofrenici. Rivista di psicoanalisi, 2(1), 53-63.
(1957). Note sui meccanismi metapsicologici della schizofrenia. Rivista di Psicoanalisi, 3(1), 35-46.
(1959). Tecnica psicoanalitica e tecniche sperimentali. Rivista di Psicoanalisi, 5(2),165-186.
(1960) (con Ferradini, F.). Les effets perceptifs de la stimulation visuelle à fréquences intermittentes et subfusionelles. Journal de psychologie normale et pathologique, 2, 144-164.
(1961a). Nuove osservazioni sulla combinazione di movimenti apparenti ortogonali. Rivista di psicologia, 55(2), 85-106.
(1961b) (con Ferradini, F.) Note su alcuni problemi di psicoterapia analitica in un reparto psichiatrico. Rivista di psicoanalisi, 7(2),101-110.
(1963) (con Ferradini, F.). Introduzione allo studio della percezione del movimento. Il movimento stroboscopico. Milano: Istituto A. Gemelli.
(1967) La psicoanalisi del delirio. Contributo alla terapia psicoanalitica delle psicosi schizofreniche. Milano: Bompiani.
(1970). La perversione logica. I rapporti tra Sessualità e pensiero nella tradizione psicoanalitica. Milano: Franco Angeli.
(1979). La paura e la noia. Contributo alla psicoterapia analitica degli stati psicotici. Milano: Il Saggiatore.
(1987). La psicosi e il segreto. Torino: Bollati Boringhieri.
(1988) (a cura di). La psichiatria oggi. Proposta di un modello integrato di intervento terapeutico. Torino: Bollati Boringhieri. Con lo stesso titolo già Verona: Stimmgraf, 1985.
(1992). Paranoia e tradimento. Per una teoria dei bisogni. Torino: Bollati Boringhieri.
(2002). La Follia e l’Intermediario. Bergamo: Dialogos.
(2004). La diagnosi. Bergamo: Dialogos.
(2008). Psicopatologia grave: una guida alla comprensione e al trattamento. Bergamo: Dialogos
(2009). Introduzione al modello dell’integrazione funzionale nella patologia grave. Bergamo: Dialogos.

Fonti archivistiche

Centro APICE, Università degli studi di Milano, Fascicolo personale di Giovanni Carlo Zapparoli.
Archivio storico dell’Università degli studi di Pavia, Fascicoli studenti, fascicolo di Giovanni Zapparoli.

Fonte iconografica

Per gentile concessione dell’Iserdip (Istituto per lo studio e la ricerca sui disturbi psichici) di Milano.
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