Musatti e i movimenti stereocinetici

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Cesare Musatti si dedicò allo studio dei fenomeni stereocinetici per gran parte della sua vita: il suo primo lavoro sull'argomento risale al 1924, l'ultimo al 1975.
I fenomeni stereocinetici consistono, com'è noto, in particolari impressioni di corporeità ottenute con la rotazione di speciali figure piane, disegnate su un disco nero in movimento rotatorio. Le due principali configurazioni usate sono un cerchio con un puntino eccentrico al suo interno, e un cerchio con una ellisse al suo interno. Quando le figure sono ferme non danno alcuna impressione di tridimensionalità. Quando le figure iniziano a ruotare, la resa percettiva varia sensibilmente: le normali immagini bidimensionali lasciano il posto alla percezione di veri e propri corpi solidi, del tutto simili ad oggetti reali.
Musatti spiega il fenomeno dell'impressione di tridimensionalità derivata dal movimento con l'ipotesi di "rigidità". Secondo tale ipotesi, le figure piane si trasformano percettivamente in oggetti a forma costante, cioè rigida, in virtù della nostra esperienza passata di corpi solidi. Mediante un processo assimilativo, infatti, l'esperienza pregressa si incorpora al complesso percettivo di partenza, determinando l'impressione di corporeità.
La proposta teorica di Musatti, che egli ha ereditato da Vittorio Benussi, verrà ripresa da altri autori ed è attualmente nota come "assunto di rigidità".
La figura 1 illustra il fenomeno stereocinetico classico. All'osservatore che guardi la configurazione in movimento – un cerchio con un puntino eccentrico all'interno, o due cerchi fra loro eccentrici, disegnati su un disco nero – appare che il cerchio non ruoti ma si muova attorno al centro del disco mantenendo costante il suo orientamento nello spazio. Dopo alcuni istanti di osservazione, il puntino eccentrico appare staccarsi dal disco, trascinando con sé la superficie del disco interna al cerchio, per formare un cono apparentemente solido, tridimensionale.
La figura 2 illustra una variante dei fenomeni stereocinetici, ottenuta da Wolfgang Metzger. Se i cerchi disegnati sul disco nero sono intersecanti e colorati, il movimento rotatorio impresso alle figure determina una scissione del colore. Se ad esempio il cerchio maggiore è rosso e il cerchio minore è giallo mentre la zona di intersezione è di colore arancione, si ha ancora l'impressione che i due cerchi ruotino nello spazio tridimensionale, ad esempio il rosso avanti e il giallo dietro, ma che essi siano completi e tutti interi, rispettivamente rosso e giallo: del colore arancione non vi è più traccia, o meglio esso è veduto come un giallo retrostante al rosso. Si determina dunque una scissione dell'arancione in due elementi: il rosso trasparente sovrastante e il giallo retrostante

Marina Manotta

Bibliografia

Musatti, C. (1924). Sui fenomeni stereocinetici. Archivio italiano di psicologia (2),  105-120.
Musatti, C. (1957). Les phénomènes stéreocinétiques et les effetcs stéréoscopiques du cinéma normal. Revue Internationale de Filmologie, (29)8, 3-20.
Musatti, C. (1975). On stereocinethic phenomena and their interpretaion. In G.B. Flores D'Arcais (a cura di), Studies in Perception. Festschrift for Fabio Metelli (pp. 166-189). Milano-Firenze: Martello-Giunti.
Zanforlin, M. (2000). I movimenti stereocinetici. In D. Romano, & R. Sigurtà (a cura di), Cesare Musatti e la psicologia italiana (pp. 85-96). Milano: Franco Angeli.
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