Ferrari all’Esposizione di Parigi

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Tra il 20 ed il 25 agosto 1900 si svolse a Parigi il IV Congresso internazionale di psicologia, proprio mentre l'Expo e le Olimpiadi attiravano nella capitale francese milioni di visitatori da tutto il mondo.
Lo psicologo Giulio Cesare Ferrari, tentato da un evento di tale portata, aveva pianificato da alcuni mesi il suo viaggio in Francia, sia per partecipare come relatore al Congresso, sia per entrare direttamente in contatto con la comunità internazionale, forte di un palcoscenico d'eccezione.
Erano anni difficili per Ferrari il quale, nonostante l'assiduo impegno di redattore capo della Rivista sperimentale di freniatria, vedeva l'imminente conclusione del suo contratto come assistente presso il Manicomio di San Lazzaro in Reggio Emilia diretto da Augusto Tamburini: l'impossibilità di trovare un impiego sicuro gli impediva di sposarsi, ma il lavoro, sospeso fra attività clinica e ricerca, continuava ad essere cospicuo.
Così nell'estate del 1900, oltre agli impegni istituzionali, Ferrari aveva partecipato a diversi concorsi in ogni parte d'Italia, proseguendo nella traduzione dei Principles of Psichology di William James e nella stesura di un articolo sulle "emozioni" per la Rivista sperimentale di freniatria (Influenza degli stati emotivi nella genesi e nello sviluppo dei dolori e di alcune psicosi). Ma nel mese di agosto, a pochi giorni dalla partenza per Parigi, l'entusiasmo aveva preso il sopravvento, affiorando anche nel carteggio con la fidanzata e futura moglie Emilia Giordani.
La corrispondenza fra i due, prima del matrimonio, era infatti intensa e costante: Ferrari viveva e lavorava al San Lazzaro, mentre Emilia risiedeva a Parma con la famiglia; i numerosi impegni e la distanza costringevano i due giovani a comunicare per posta. Nelle lunghe lettere e cartoline conservate nel Fondo Ferrari si trovano preziosi riferimenti al lavoro dello psicologo, ai suoi colleghi, alle amicizie e alle trasferte compiute in quel periodo.
Il 14 agosto 1900 Ferrari, che si trovava ad Avenza dai parenti, allegò alla cartolina per Emilia una poesia di Gabriele D'Annunzio: questi era stato ospite nella casa di suo cugino per studiare le cave di marmo ed era ripartito proprio con lo stesso treno sul quale aveva viaggiato Ferrari. Al grande entusiasmo, mosso dalla speranza di poter conoscere lo scrittore in una sua prossima visita, si affiancano, nelle righe finali di questa cartolina, i primi dettagli sul viaggio in Francia: Ferrari sarebbe partito sabato 18 agosto alle quattro di mattina per giungere a Parigi l'indomani alle sette, dopo ventisette ore di treno ed una breve sosta a Torino; nella capitale avrebbe soggiornato in "Citè D'Antin 3".
Grazie ad un efficiente servizio postale, in grado di recapitare le missive spedite a Sant'Ilario in due soli giorni lavorativi, la corrispondenza con Emilia da Parigi fu praticamente quotidiana e già dalle prime battute emerge l'entusiasmo per il crescente numero di eventi. Così scriveva Ferrari nella cartolina del 19 agosto: "L'Esposizione è meravigliosa tanto quanto Parigi, ma immensa e te ne scriverò più a lungo appena me ne sarò fatta una idea".
Nella stessa cartolina sottolineava inoltre che il Manicomio di San Lazzaro, non avendo voluto rimborsargli il viaggio, era di fatto assente dall'esposizione (testualmente: "ha ratée la sua esposizione"): né Mario Calderoni, né Orazio Guzzoni, né Augusto Tamburini si trovavano infatti a Parigi.
Ma il disappunto iniziale, legato alla paura di aver perso una buona occasione per mostrare il progresso delle istituzioni italiane, era già un ricordo il 22 agosto, quando Ferrari comunicava ad Emilia la prima, inaspettata, buona notizia: "Ti annuncio col più vivo piacere che il Manicomio e la Rivista hanno avuto la Medaglia d'oro all'Esposizione. Oggi ho dovuto fare un lungo discorso in francese e sebbene sia senza voce, pure non è andata malissimo e credo che mi abbia piazzato bene."
Il desiderio di entrare nel dettaglio, aggiungendo particolari importanti, era però frenato dalla ristrettezza dello spazio a disposizione e soprattutto dal non voler scrivere troppe notizie su un foglio scoperto. Ferrari era sempre molto attento alla discrezione e si limitava a comunicare le informazioni confidenziali solo nelle lettere, in busta chiusa, avvalendosi spesso, per prudenza, di abbreviazioni o riferimenti indiretti alle persone. In questa occasione, tuttavia, la sua consueta cautela non gli impediva di chiudere così la cartolina: "Il Bramino mi ha invitato in India e una gobba mi fa l'occhiolino".
Il Congresso sia avviava nel migliore dei modi dunque, ma l'attenzione di Ferrari veniva catturata dalla "baraonda" che circondava i lavori, da quella cornice di appuntamenti inevitabilmente collegati, nella vita congressuale, all'attività scientifica: "inviti a pranzo, champagne, soirées ecc.".
Gli eventi mondani non mancavano e i personaggi che ospitavano Ferrari e i suoi colleghi meritavano, anche solo per il loro prestigio sociale, diverse righe nelle cartoline dei giorni successivi: "Ti basti che mi sono scordato di dirti che ero stato ad un garden party del Presidente della Repubblica [Émile Loubet] dove mi ero assai divertito per lo splendore della festa, la bontà dei trattamenti (per cui ho risparmiato il pranzo) ecc. ecc.".
Due giorni dopo è la volta di un ricevimento "chic" a casa del principe Rolando Napoleone Bonaparte: geografo, botanico, etnologo, membro dell'Académie des sciences e nipote diretto di Napoleone Bonaparte.
Il 25 agosto, giorno della chiusura dei lavori, in una cartolina più lunga del solito, Ferrari porgeva ad Emilia gli auguri per il loro secondo anniversario di fidanzamento (atteso per il giorno 27). Ansioso di rivederla presto, le annunciava che sarebbe tornato direttamente da Parigi, senza andare a Londra come aveva progettato, e che le avrebbe portato un regalo.
Rimanevano però ancora alcuni impegni da assolvere: Ferrari era stato infatti nominato segretario generale aggiunto del V Congresso internazionale di psicologia, previsto a Roma nel 1904 (ma poi svoltosi nel 1905). "La quarta carica", scriveva ad Emilia, lo riempiva di soddisfazione, ma richiedeva una "fatica enorme": la sera stessa, ad esempio, avrebbe dovuto presenziare a un costoso banchetto sulla Tour Eiffel (20 franchi a persona). In realtà, al di là delle lamentele per i troppi e noiosi "doveri" di studioso, non sappiamo quanto a Ferrari dispiacesse realmente partecipare a una serata di gala, nel corso del più grande evento culturale dell'epoca, in cima ad uno dei monumenti più belli del mondo.
Nei giorni successivi Giulio Cesare Ferrari si concesse qualche momento di svago in giro per la capitale e per l'Esposizione, accompagnato da Lisetta Padovani, amica di Emilia che viveva a Berlino, e Mario Calderoni (giunto nella capitale durante i lavori del Congresso insieme ad Orazio Guzzoni e Cesare Tamburini, figlio di Augusto). Colpito da un'avvincente mondanità, Ferrari rivalutò presto l'idea di poter visitare anche Londra: più volte, tuttavia, negli ultimi giorni di permanenza a Parigi, cambiò idea al riguardo, facendo così innervosire Emilia, sempre ansiosa di rivedere il fidanzato e comprensibilmente dispiaciuta di essere rimasta a Parma.
E così, la sera del 29 agosto, dopo aver assistito – sempre in compagnia di Lisetta Padovani – al "Madame Sans-Gêne" di Victorien Sardou ed aver acquistato una preziosa giacca di lontra nera con collo e polso di cincillà alla fidanzata, Ferrari le comunicava che sarebbe partito sabato 1° settembre, per arrivare ad Avenza la sera successiva, dove avrebbe fatto una breve sosta per salutare la sorella Selene.
Il 3 settembre giunse a Parma e poté finalmente riabbracciare Emilia e raccontarle a voce tutto quello che non aveva potuto scriverle nelle cartoline.

Dario De Santis
15/10/2009

Bibliografia

Berri, G., Cesare, H. (1900). L'Esposizione mondiale del 1900 in Parigi. Milano: F. Vallardi.
Janet, P. (a cura di) (1901). Congrès international de psychologie tenu à Paris du 20 au 26 août 1900. Paris: Alcan.
Pozzolini Siciliano, C. (1901). All'esposizione mondiale di Parigi del 1900. Firenze: Ufficio della Rassegna Nazionale.
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